Perché la gente va ai concerti? Perché quella strana voglia di cantare le stesse canzoni che si conoscono a memoria?Mi è venuto in mente guardando – con nostalgia e lacrimuccia d’ordinanza – il concerto di Claudio Baglioni tenuto all’Arena di Verona, nel 2018, davanti a 17.000 spettatori in delirio. Un evento mediatico molto apprezzato anche in televisione, del cantautore romano finalmente sdoganato e vicintore del premio tengo. Il suo concerto è stato sicuramente molto diverso da quello che tennero il 19 settembre 1981 al central park di New York Paul Simon e Art Garfunkel davanti a 500.000 persone mentre, nello stesso giorno a Napoli in piazza Plebiscito, Pino Daniele suonava davanti a 200.000 persone insieme a Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Tony Esposito e Joe Amoruso.La gente va ai concerti per massaggiare i ricordi, per accarezzare una canzone o molte canzoni di quello che è il suo idolo, il suo guru, il suo complesso musicale. La gente va ai concerti per amore e all’amor, come si sa, non si comanda.Ho conosciuto persone che sono impazzite per un concerto di Raf, dei Litfiba, Vasco Rossi o Ligabue. Ho visto gente piangere ai concerti di Francesco De Gregori o di Eugenio Finardi. Sono stato ai concerti di Roberto Vecchioni, Edoardo Bennato, Fabrizio De Andrè, PFM, Angelo Branduardi. Tutti mi hanno regalato qualcosa, tutti mi hanno costruito intorno un ricordo, un attimo leggero, un bacio fugace, un sorriso appassito.Si va ai concerti perché si coltiva la passione, perché cantare – anche stonati – è come camminare sui polpastrelli della vita e colorare gli attimi fuggiti. Si va ai concerti perché ci piace, come ai bambini, calpestare le pozzanghere e sorridere di questo. Si va ai concerti perché, anche se non lo sapete, pure quello è un piccolo grande amore.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design