Nell’ondata di solidarietà alla politica Giorgia Meloni è bello che i più severi nei confronti di chi la ha volgarmente insultata siano i rappresentanti di un’Italia antifascista e progressista, a dimostrazione del fatto che l’antifascismo è la migliore tutela anche per i fascisti. L’antifascismo funziona così: finito il Fascismo storico, protegge la dignità di tutti, compresi gli emuli, oggettivi o volontari, di quella temperie che l’antifascismo aveva fatto superare al Paese. Resta il problema del professore universitario. A suscitare scandalo è soprattutto il fatto che a vomitare gli insulti sia stato uno che svolge una professione dalla quale ti aspetteresti saggezza, contegno e buona educazione. E’ forse per questo che gli insulti alla Meloni hanno suscitato eco e solidarietà non paragonabili a quelli del leghista Calderoli contro la ministra Kyenge. E’ vero che Calderoli era stato pure condannato penalmente (confesso di non avere poi seguito la vicenda giudiziaria, magari in altri gradi di giudizio lo hanno assolto), ma l’episodio non aveva certo raggiunto, per solidarietà e indignazione, l’acme di questo ultimo. Trovo questo un po’ offensivo nei confronti di Calderoli, perché sembra che siccome lui è un leghista i suoi insulti siano acqua fresca, mentre invece siccome quell’altro è professore all’università, allora i suoi insulti pesano di più. Ciò che tra l’altro denuncia una visione superata del professore universitario, legata a tempi molto selettivi dove per accedere alla cattedra dovevi essere dotato di qualità non soltanto culturali. Ora la categoria è ancora rappresentata da una enorme maggioranza di persone bene educate, colte, preparate e consapevoli del loro ruolo nel Paese, ma è assai più infiltrata rispetto a qualche anno fa di altri che non rispondono del tutto a questi criteri. Le cose cambiano. Pensate al rispetto che un tempo si aveva per i rappresentanti civici e insieme a quel consigliere comunale di Trieste che l’altro giorno ha insultato gli omosessuali e poco prima aveva detto di sentirsi insultato da chi affermava che Gesù era ebreo, dimenticando che i cristiani sono arrivati soltanto dopo Cristo. E non è il primo amministratore che si esprime in tal modo. E’ vero che molto dipende dal manico, perché io sono certo che se qui a Sassari un consigliere parlasse così in seduta pubblica, il sindaco, che non è certamente uno di sinistra ma è uno perbene, sarebbe fortemente indeciso se accompagnarlo lui stesso e bruscamente al portone di Palazzo Ducale o calmarsi e affidare l’incarico alla polizia municipale. Per cui se non ci siamo stupiti per Calderoli, se non ci stupiamo per certi amministratori comunali, per certi dipendenti delle aziende di trasporto pubblico che aggrediscono verbalmente gli immigrati e per tutti questi figli dei tempi nostri, non stupiamoci per i docenti: sono anche loro donne e uomini come noi. E trovo che questo sia molto democratico.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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