“Se fosse vero”, perché ho un piccola, folle speranza che non lo sia. Più che speranza, desiderio. “Picchiato dal branco”. Io, di branco, nella mia Arzachena inesistente conosco soltanto le mucche di zia allo stazzo, che quando lei era ormai troppo vecchia per ricordarsene, erano così disperate che ogni tanto mangiavano anche i cespugli della macchia, costituendo un’eccezione che secondo alcuni era degna di nota scientifica. Di Arzachena conosco la porta di strada accostata, perché chiuderla era inutile e persino ineducato nei confronti dei passanti. E questo durava anche quando ero grande, in tempi cioè nei quali nel resto del mondo dire “Ai miei tempi di notte la porta di casa si poteva lasciare aperta” era una stupida banalità. Arzachena è il paese dove, quando ero già diventato un cronista che qualcuno conosceva, tornato per un servizio su speculazioni edilizie sulle coste o roba del genere, venni letteralmente aggredito da parenti e amici: “Ma la vuoi una notizia vera?”. Si trattava di un’autoradio rubata la notte prima, e c’era un capannello intorno alla macchina dal deflettore forzato. Ora io non sto a commentare perché nel paese felice di cui parlo la speculazione edilizia sulle coste sia, più che una non-notizia, una stupidaggine, mentre il furto di un’autoradio una pericolosa omologazione al resto del mondo. Ciò non è senz’altro bello, perché la speculazione è peggio di un furto di autoradio, tuttavia è un paese dove i branchi che per noia o per ferocia picchiano i poveretti non esistono. Forse non esistono neppure i poveretti, ché, sarà per decoro o sarà per pietà, c’è sempre qualcuno che appena compaiono fa in modo che un tetto, del cibo e un lavoro li facciano scomparire. E’ un paese, la mia meta di turista del paese dei sogni, che come tutti i paesi tiene nascosti i suoi peccati, e quando leggo sui giornali di un paese omonimo dove invece vengono a galla mi vengono una botta di malinconia e un dubbio: che non sia così, e lo sia sempre stata, anche quell’Arzachena che conosco io?
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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