Il 23 settembre del 2013 un gruppo di amici ha fondato una pagina Facebook. Questi amici, tutti sardi, usavano i social per alimentare il dibattito e diffondere idee. Perché, pensammo, non unire le forze e convogliare tutti questi contributi alla democrazia in un’unica pagina? Così nacque Sardegnablogger. Alla pagina Facebook, a novembre dello scorso anno, si è aggiunto un sito internet. Poi ci siamo dati delle regole e abbiamo iniziato a programmare il lavoro come in una vera redazione. In questi 21 mesi, alcuni redattori di Sardegnablogger hanno lasciato la redazione, altri hanno arricchito la formazione iniziale. Fisiologico, nelle logiche di qualunque gruppo umano, Arrivo alla notizia. All’inizio di questa settimana, il sito di Sardegnablogger ha superato i due milioni di visite. Un numero impensabile, quando abbiamo iniziato. Se andate in fondo alla home, trovate il dato. Ora, come dice Umberto Eco, la rete avrà anche dato voce a tanti imbecilli (e qualcuno, magari, ci includerà nella categoria). Ma è anche vero che ha dato la possibilità di ampliare l’offerta di informazione, levandola al monopolio dei giornali, consentendo visibilità anche a chi, come noi, disponeva solo di una connessione internet. Nei giornali, come in rete, esistono ottimi professionisti della notizia, come ne esistono di scadenti e corrotti. Ogni mondo è paese. Se siamo arrivati a due milioni di visite dobbiamo ringraziare i nostri lettori per le fiducia accordataci. Vi avvertiamo: è solo l’inizio.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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