“Abbiamo bisogno di farci conoscere fuori dall’Italia perché….. Come ho detto prima, portare turisti da fuori la vera ricchezza è quella…. Il Pil della Sardegna aumenterà se viene gente diversa che lascia soldi…. Queste iniziative (Autunno in Barbagia, istituito nel 1996 ndr) fanno in modo che si riempiano i B&b, gli hotel, i ristoranti, i trasporti, tuuuuutto ciò che è un evento noi dobbiamo farlo conoscere con il marketing e la comunicazione a livello mondiale. E sarà così da oggi in poi….. La Sardegna è fatta da 377 Comuni, questo ne raccoglie 32, altre iniziative ne raccolgono altri, a breve uno….una delle azioni…..che sto per fare è proprio quella di cercare di mettere assieme i Comuni e fare un’azione congiunta per creare eventi come questo… Destagionalizzazione….portare gente nei mesi di spalla….non solo il mare….bisogna andare oltre il mare…da settembre fino a marzo noi dobbiamo realizzare le condizioni di economia grazie al turismo”. Dichiarazione alla stampa dell’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa in occasione della presentazione di Autunno in Barbagia
Un giorno bisognerà quantificarli, cercando un’unità di misura apposita, i costi sociali causati dall’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa. Perché noi ci ridiamo della sua sintassi avventurosa e della dizione alla Nico Bortis, ma oltre la sua involontaria comicità emerge il disastro del più alto esponente istituzionale di un settore chiave dell’economia sarda che non è in grado di esprimersi in un italiano decente e, quando parla, inanella una serie di banalità, luoghi comuni e frasi fatte di cui sarebbe capace qualunque cittadino senza un minimo di competenza di quel settore. Settore di cui, invece, Chessa sarebbe chiamato ad essere il più autorevole esponente istituzionale. Ma non possiamo davvero permetterci il lusso di tollerare una persona con questo deficit di comunicazione, in un settore come il turismo nel quale la comunicazione è un aspetto ormai fondamentale. Io non conosco Chessa e non ho nulla contro la sua persona, precisazione che è sempre necessaria in tempi in cui le osservazioni sul merito vengono spacciate per pretestuose manifestazioni di antipatia. Ma si può fingere di non vedere che questo assessore è palesemente inadeguato e non ha i requisiti per svolgere quel ruolo, inadeguatezza che inevitabilmente finisce col travolgere l’intera Sardegna? Ma ve lo immaginate Chessa relatore ad importanti conferenze, in giro per il mondo a rappresentare una Regione che, come dice lui, vuole farsi conoscere nel mondo? Non è solo la sua personale interpretazione della lingua parlata – non oso pensare a quella scritta – perché se alle incertezze grammaticali facesse fronte una visione di fondo del turismo ci si potrebbe anche consolare. Invece Chessa ripete da febbraio mozziconi di concetti che sentiamo da decenni, senza rimodulare alcunché, cercando di spacciare per nuovi principi come destagionalizzazione, andare oltre il mare, apertura dei mercati, senza spiegare come farà, attraverso quali politiche, cambiando cosa di quanto fatto finora da chi lo ha preceduto. Il professore Vittorio Pelligra, alcuni giorni fa, ha scritto per il Sole 24 ore un rigoroso articolo, basato su dati scientifici, in cui si misuravano i danni sociali della parola “zingaraccia” pronunciata dal ministro Salvini. Il pericolo è che lo sdoganamento di certe espressioni da fonte istituzionale le renda legittime e le privi del carico offensivo e dispregiativo, facendole apparire normali. Nel nostro caso, i danni sociali saranno quelli di far apparire normale ed accettabile che un assessore regionale possa esprimersi secondo le modalità di Chessa.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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