Il latitante Cesare Battisti
Si devono pur fare i conti con la storia e non possiamo far finta che tutto è finito, che tutto è dimenticato o da dimenticare, non possiamo far finta che questo latitante non ci interessa e sarebbe meglio arrestare Messina Denaro. Abbiamo un debito con le vittime e i loro parenti e il nostro debito è contraddistinto dalla parola “giustizia” e non “vendetta”. Ma quel debito deve essere onorato. Cesare Battisti è stato condannato per quattro omicidi compiuti in Italia quando era un esponente dei PAC (proletari armati per il comunismo) e le sue condanne sono state emesse da un tribunale regolarmente costituito che si è espresso nel nome del popolo italiano. Battisti deve pagare il debito con la giustizia e non può – meglio, non deve – continuare ad affermare che quei tribunali non sono stati equi nei suoi confronti e che egli non riconosce quelle sentenze. Non può – meglio, non deve – provare a cancellare quello che è stato, quello che sono stati gli anni di piombo, quello che è stato il terrorismo in quegli anni e che ha distrutto famiglie e ucciso persone completamente inermi ed innocenti in nome di un popolo che non c’era, in nome di un popolo che non acconsentiva, in nome di un popolo che non aveva ordinato nessuna mattanza. La smetta Battisti di assurgersi ad intellettuale raffinato, a rilasciare interviste discutendo di libri e di musica. La smetta e venga a pagare quanto deve a questo Stato e alle vittime che ha ucciso in nome di un suo ideale rivelatosi completamente sbagliato e superato dagli eventi. La smetta e provi a fare i conti con la storia: lo aspettiamo per proporgli, a lui come a tutti, un percorso doloroso, impervio, difficile, che passa necessariamente dal carcere ma può essere la base per costruire un dialogo. I conti con la storia si devono fare e Battisti non può fuggire in eterno. Non può e non deve per il rispetto che si deve ai morti e agli innocenti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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