Ho sempre sognato di diventare un eroe, e finalmente ho capito come fare.
Prima credevo che aiutare i poveri, gli emarginati, salvare vite umane dove ci sono le guerre, le carestie, mi avrebbe fatto guadagnare l’agognata patacca. Ma ho capito che non funziona più. Se aiuti gli altri, non sei un eroe, ma un coglione, se non addirittura una merda.
Ma ora ho capito. Per diventare un eroe devo diventare paranoico e soffrire di mania di persecuzione. Solo così posso mettermi in sintonia con una società malata.
Una società composta da individui che danno sempre la colpa agli altri.
Tutto quello che succede, la colpa agli altri.
Ora anche io, per diventare eroe, andrò e farò un massacro.
Inizierò dai politici, naturalmente, che sono tutti corrotti e delinquenti. Tutti, nessuno escluso. Anche se li abbiamo votati noi. Ma noi siamo gli elettori ingenui, non ne abbiamo colpa noi se non riusciamo a mettere là dentro neppure un politico onesto. La colpa è loro che ci imbrogliano, noi che siamo tanto, ma tanto ingenui.
Poi passo ai giudici. Perché, è chiaro, in Italia non c’è ordine, non c’è giustizia, non c’è pulizia. Ordine e pulizia, orsù, come quando c’era lui. Tutti questi zingari che rubano, e questi magistrati che invece se la prendono con noi, che truffiamo e non paghiamo, giustamente, le tasse, e ogni tanto ci scappa qualche bancarotta fraudolenta, qualche falso in bilancio, qualche esportazione di capitali all’estero, ma perché le leggi sono troppo severe, eppoi non facciamo del male a nessuno, non creiamo allarmismo sociale, come gli zingari. Ecco, basta guardare quanti semafori rossi ci toccano a noi poveri onesti truffatori.
Per non parlare dei vigili che mettono le multe, per un’auto in doppia fila, per un sorpasso azzardato, per un divieto di sosta. Invece di regolare il traffico, che si soffoca dal traffico, è un casino e questi stanno lì con il fischietto pronti a perseguitarti se appena metti la macchina in terza fila. Ho le quattro frecce, coglione, non le vedi? Basta! Faccio fuori tutti.
Poi vado e faccio una strage a scuola, pazienza se ci finiscono in mezzo i bambini, ma quegli insegnanti stronzi, che lavorano poco, hanno bocciato mio figlio. Ingiustizia! Mio figlio non lo meritava, dice che aveva 2 in matematica e italiano. Stronzo, ma se il 2 glielo hai messo tu, insegnante di merda! Bastava non metterglielo! e mio figlio non lo meritava, perché è figlio di leinonsachisonoio. Ma lo vuoi capire che quello che conta è la promozione, il pezzo di carta? Ma che cazzo me ne frega se non sa dove mettere un accento o un apostrofo, il pezzo di carta ci vuole per andare avanti, bastardi che non capite niente.
Poi vado alle poste, dove mi tocca sempre di fare una fila lunghissima, perché questi parassiti dei dipendenti pubblici non lavorano. Parassiti.
Poi vado dal muratore, imbroglione! Mia madre lo diceva sempre, non metterti mai nelle mani del muratore! Mi ha truffato certamente, perché non riesco a pagare il lavoro che mi ha fatto. E visto che ci sono, passo anche dall’idraulico, che non si fa mai trovare, e dal falegname che è troppo caro. Li faccio fuori tutti, imbroglioni che non sono altro, che non pagano le tasse, questi artigiani.
Poi proseguirò con i medici, che c’è la malasanità. Perché non riescono a guarirmi da questa tosse bastarda, dicono che 60 sigarette sono troppe, e che devo smettere di fumare, grazie, così ci sono buono anche io. Deficienti, li faccio fuori tutti, malasanità!
Poi vado dai commercianti, quelli che mi tormentano e mi perseguitano. Prima li denuncio per stalking però, e poi li faccio fuori. Mi perseguitano continuamente, una ossessione, solo perché non pago mai quello che compro. Tirchi! Siete un incubo!
Tutti li faccio fuori, diventerò il paladino dei torti e dei soprusi della gente. E solo così potrò essere amato da tutti, ma veramente da tutti.
Un eroe, finalmente, come ho sempre sognato.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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