Poi arrivano i Maneskin, decidono di fare musica tosta e vera, raccontano storie che sono legate alla vita e abbandonano il palco da vincitori. Non andrà così, lo so. Ma mi piace crederlo. Sarebbe una bella rivincita per chi ama la musica e ha una visione. Doveva vincere Vasco Rossi con “vita spericolata” o Zucchero con “donne” ma non era il tempo e non c’era tempo. Le cose sono andate per strade diverse. Sanremo è comunque un palcoscenico che serve a far conoscere certi artisti quotatissimi su you-tube (gente con milioni di visualizzazioni) ma praticamente sconosciuti al pubblico di Sanremo, a quei quasi undici milioni che sono stati muti ad osservare l’incantevole bellezza di una canzone fatta di mille sfaccettature e cantata da una ragazzina che si fa chiamare Madame (che sia la prossima Bertè?) e poi Fedez che piange e la Michielin che lo rassicura. Hanno una bella canzone che merita il podio. Poi ci sono, nell’ordine: Noemi, Arisa e Annalisa: tre bellissime voci (checché ne pensi Renga sulle voci delle donne e la sua non eccelsa canzone) ma tutte arrivate al Festival con canzoni sbagliate. Eccetto Noemi (da riascoltare in originale) Annalisa continua a sbagliare testi nonostante sia la voce più intonata sentita negli ultimi anni. Se a scrivere per lei si mettesse Fossati o Damiano Davis dei Maneskin diverrebbe una vera cantante iconica. E invece. E’ carina la musica leggerissima di Colapesce, Dimartino e “parlami” di Ghemon. Non mi sono piaciuti Aiello e Ghemon, Max Gazzè insegue sempre le stesse cose e, sinceramente non è più originale. Il testo dei Maneskin vi accompagni stasera: “Parla, la gente purtroppo parla, non sa di che cazzo parla. Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”. Ecco, ci voleva questo per un Sanremo un po’ troppo ingessato e assolutamente Fiorillizzato. A proposito: Ibrahimovic è un ottimo calciatore. Punto.
Giampaolo Cassitta
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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