Non leggo ciò che scrive il deputato Pili perché, come fa con tutti quelli che lo contraddicono, ha bloccato il mio profilo fb.
Questo non mi impedisce di leggere, attraverso i profili di amici tutte le amenità che scrive.
L’ultima, in ordine di tempo, che ha avuto un’infinità di “laic” è stata la famosa bufala relativa al “trattato segreto” Italia-Francia, in seguito al quale l’Italia avrebbe ceduto “porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta” e addirittura, continua il nostro, “l’operazione maldestra e gravissima è stata compiuta in gran segreto e nessuna comunicazione è stata fatta ai soggetti interessati“.
Ora, nonostante il polverone sollevato, nonostante le smentite della Farnesina, nonostante la pubblicazione della copia di quell’accordo (l’Accordo di Caen, firmato il 21 marzo 2015 e non ancora ratificato dal nostro Parlamento), una lettura anche superficiale di quei pochi articoli basterebbe per capire che le cose stanno in maniera diversa, che a quelle trattative, durate dal 2006 al 2013, “hanno partecipato tutti i ministeri tecnici – inclusi quelli che hanno responsabilità in materia di pesca, trasporti ed energia- che hanno avuto modo di formulare le proprie autonome valutazioni” (nota del Ministero degli Affari Esteri), e infine che per i pescatori italiani e francesi niente viene modificato in termini di zone nelle quali pescavano tradizionalmente e potranno continuare a pescare.
Tuttavia in Sardegna prosegue, con toni ancora accesi, un dibattito sul nulla, con due fazioni che si fronteggiano a muso duro: quelli che “è la solita fuffa del PD e dei suoi servi anche sardi“, e quelli che, molto ragionevolmente, ritengono l’episodio un normale riassetto delle carte geografiche conseguente a norme cogenti di diritto internazionale, come ha spiegato nella nota di cui sopra la Farnesina, che non si discostano minimamente da precedenti norme di carattere consuetudinario che sono state soltanto messe nero su bianco.
Però…
Si, vi è un però.
Un però di carattere politico importante per quel che riguarda il ruolo della nostra Regione in campo internazionale, i rapporti tra Stato e Regione e le prerogative che alla Regione sono attribuite in base allo Statuto di Autonomia, che non dobbiamo dimenticare è una Legge Costituzionale, la Legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3
Ebbene, proprio lo Statuto prevede che: «La Regione è rappresentata nella elaborazione dei progetti dei trattati di commercio che il Governo intenda stipulare con Stati esteri in quanto riguardino scambi di specifico interesse della Sardegna» (vedi art. 52, 1° comma della L. Cost. 26 febbraio 1948, n. 3).
Ma non basta.
Questi principi vengono ribaditi anche in una norma di attuazione, che è legge dello Stato: si tratta Decreto Legislativo 15 settembre 1999, n. 363 “Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Sardegna in materia di partecipazione della regione alla elaborazione dei progetti di trattati di commercio che lo Stato intende stipulare con Paesi esteri”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 248 del 21 ottobre 1999 che dice:
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l’articolo 87, comma quinto, della Costituzione;
Vista la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, che ha approvato lo statuto speciale della regione autonoma della Sardegna;
Visto, in particolare, l’articolo 52 del predetto statuto speciale;
Vista la proposta della commissione paritetica prevista dall’articolo 56, primo comma, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, nonché il parere del consiglio regionale della Sardegna;
Vista la delibera del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 3 settembre 1999;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per gli affari regionali, di concerto con i Ministri degli affari esteri e del commercio con l’estero;
E m a n a il seguente decreto legislativo:
Art. 1.
Cosa significa?
Significa che il Presidente della Regione o un suo delegato doveva sedere al tavolo delle trattative (“la regione partecipa” dice la norma, e non vi è il condizionale!) insieme al governo italiano e a quello francese!
Significa che doveva dire la sua per quel che riguarda la stipula di accordi e trattati che riguardino interessi rilevanti per la nostra economia!
Significa che dobbiamo chiederci e dobbiamo chiedere dove fossero i vari Soru e Cappellacci, e persino Pigliaru (che si sono succeduti dal 2006 ad oggi) in tutto il tempo in cui sono state portate avanti le trattative dalle quali è stato partorito l’Accordo di Caen e cosa ha da dire l’attuale presidente della Regione che vede cosi colpevolmente calpestate le prerogative della nostra Regione.
Dobbiamo chiederci dove fosse l’onorevole Pili, deputato al parlamento proprio dal 2006, prima con Forza Italia, poi col Popolo delle Libertà, e dal 2013 paladino indipendentista con Unidos, ma anche dove fossero deputati e senatori sardi in tutti questi anni in cui venivano portate avanti queste trattative (vabbè, ormai siamo il Paese dove le cose si fanno all’insaputa…).
Ecco, di questo deve scandalizzarsi l’onorevole Pili: del fatto che in tutti questi anni la Sardegna è stata tenuta fuori dalla porta all’insaputa dei vari parlamentari che si svegliano con gli incubi sui social network.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design