Hanno ammazzato un blogger, uno che scriveva per passione e senso di giustizia. Si chiamava Mario Piccolino, era stato un avvocato, aveva 71 anni e dal suo blog Freevillage.it raccontava la sua città, Formia. Una città ed un territorio sui quali la camorra ha pesantemente allungato le mani. Spesso con toni allusivi, Piccolino dava conto di queste illegalità, di strane assoluzioni, di sentenze sospette. Mario Piccolino è morto da solo: il sicario ha bussato alla porta del suo ufficio, lui ha aperto e un secondo dopo aveva una pallottola conficcata nel cranio. Eppure Piccolino era stato picchiato e più volte minacciato. Una sera, al Billionaire di Porto Cervo, entrò tra due ali di folla un giovanotto attorniato da poliziotti in borghese. “E questo chi è?” ci chiedemmo tutti, pensando che al numero degli agenti dovesse corrispondere proporzionale numero di meriti civili riconosciuti al protetto. “È Tommaso del Grande Fratello, ha ricevuto minacce” mi risposero. Ho visto scortato dai carabinieri un giornalista scomodo come Emilio Fede, scortato mentre sorseggiava un aperitivo al Beach Club Rubacuori di Flavio Briatore. Ho visto scortati politici che in vita loro non hanno mai preso posizione contro l’illegalità, anzi, che non hanno mai preso una posizione in vita loro. Una volta, per un mese, hanno dato la scorta persino a me, causa lettera anonima. Nessuno, invece, aveva pensato di proteggere Mario Piccolino. Forse non era abbastanza famoso per meritare una scorta, oppure era troppo “rompicoglioni”, aggettivo usato dal ministro della Repubblica Claudio Scajola per qualificare Marco Biagi, un uomo che sentendosi vulnerabile chiedeva protezione. Hanno ammazzato un blogger. Anzi, hanno lasciato che lo ammazzassero. Questo vale la libertà di espressione in Italia.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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