Spente le luci, smontato il palco in fretta (perché anche l’ultimo degli addetti ai lavori ha a casa qualcuno che lo aspetta) cosa rimane di questo Sanremo 2022? Forse – azzardo – è una delle poche edizioni dove ha vinto la musica. Niente polemiche, niente strascichi, niente discussioni inutili e pretestuose. Sono rimaste le note suonate da un’orchestra strepitosa, canzoni adatte a tutte le fasce d’età (ed è questa la grande vittoria) e una bella armonia. Hanno vinto due ragazzi dei nostri giorni – Mahmood e Blanco – con una canzone da “brividi”, Elisa ha portato sul palco un pezzo altissimo (non a caso ha vinto il premio dell’orchestra musicale) e Gianni Morandi ci ha ricordato quanto è importante – ancora – farsi mandare a prendere il latte correndo a cento all’ora. Bello (ma ad un’ora troppo tarda) il tributo alla stella più alta del panorama dello spettacolo: quella Raffaella Carrà con cui tutti ci siamo fidanzati; bella la partecipazione delle conduttrici (esclusa Ornella Muti sono state tutte molto brave) ottima la scelta dei super ospiti con Cesare Cremonini sopra gli altri per la bravura di presentare canzoni che entrano nel cuore di tutti, anche se Baggio non gioca più. Chi non ha visto Sanremo si è perso tutto questo (che, lo so, non è importante) e potrà solo portare sul tavolo la sua supposta diversità. A dire il vero, però, di cose diverse in questo Festival ce ne sono state, seppure tutte molto leggere. E per quest’anno è davvero tutto e, giusto per restare in tema: “con il culo ciao ciao”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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