Non sono un uomo di guerra. Non sono un uomo adatto alle diaspore. Son sempre stato un costruttore di parole, ho provato, da sempre, a costruire. Non mi piacciono i discorsi urlati, il livore, la bava alla bocca. Non portano da nessuna parte. Forse fanno star bene per un brevissimo periodo ma poi, osservando il terreno che c’è intorno, non danno nessun aiuto a ricostruire le macerie seminate nei vari scontri. Non è necessario, a volte, comprendere di chi è la ragione e se – davvero – c’è qualcuno che possa e debba aver ragione. Non è importante definire il vincitore e lo sconfitto perché – e l’ho imparato analizzando e leggendo le storie – nelle guerre perdiamo tutti. Anche in questa disputa tra Eyal Lerner ed Enzo Favata non vincerà nessuno se si continuerà a distruggere i piccoli ponti che si tentano di costruire, se si continuerà ad avvelenare il pozzo della musica. Con Enzo ci conosciamo da adolescenti e so chi è, conosco la sua storia, la sua vita, i suoi desideri, le sue idiosincrasie, i suoi difetti e i suoi pregi. Eyal Lerner non l’ho mai conosciuto e non ho mai sentito nulla della sua musica. Sono giunto ad una semplice conclusione: voglio sentirli suonare insieme. Voglio capire se, davvero, davanti a delle note e a degli strumenti musicali debbano continuare questa assurda asimmetria tra parole e proclami. Dico basta a questo stillicidio forse inutile che non fa bene a nessuno. Lo dico perché la musica unisce e non divide, l’intelligenza sa ascoltare e non giudicare, il silenzio soppesa e non raggela: il silenzio è musica. Chiedo a Eyal Lerner e a Enzo Favata un piccolo concerto in nome di due mondi apparentemente lontani ma incredibilmente vicini: quello ebraico e quello cristiano uniti da un unico Dio e da una sola città: Gerusalemme. Chiedo a Eyal e a Enzo di ascoltare le parole di un piccolo francescano che sa soppesare i silenzi e abbracciare tutti i rumori della vita: Padre Salvatore Morittu vi aspetta presso la sua comunità a S’Aspru, un luogo di incontri. Vi aspetta per raccontarvi la bellezza di Gerusalemme, vi aspetta per narrarvi le strade e le voci e le musiche di quella città. Vi aspetta per unire il muro del pianto alla spianata delle moschee e al Santo Sepolcro. Vi aspetta per miscelare i vostri suoni a quelli di una città nata per la pace. Non è necessario sapere chi ha vinto o chi ha perso. Non ha nessuna importanza. Di mio posso dire ad entrambi che ho visto in quella città santa l’amore e la passione in tutti i luoghi di culto. Nessuno escluso. Ho capito, in quella città, che non è importante pregare il proprio Dio ma è necessario sentire le preghiere di tutti e ascoltare, in silenzio, il rumore di quelle preghiere. Chiedo a Eyal e a Enzo di accompagnare le parole che Padre Morittu ha dedicato a Gerusalemme nel libro “gli ultimi sognano a colori” con la vostra musica. Solo così saremo tutti uniti dentro una città ideale dove si possono comprendere gli errori degli altri, dove sarà possibile far parlare solo la musica e dove, davvero, il muro del pianto, la spianata delle Moschee e il Santo Sepolcro si uniscano dentro un’unica nota: il rispetto per queste religioni, per tutte le religioni del mondo ed il rispetto anche di chi non crede. Padre Morittu, nella sua comunità luogo di incontri vi aspetta. Noi siamo idealmente seduti e disposti ad ascoltarvi. Il sindaco di Santa Teresa ha sbagliato a sospendere il festival delle bocche. C’è bisogno di comprensione, di strette di mano, c’è bisogno di riflettere. Non si può stare alla gogna per anni, per una frase scritta in un contesto privato. Non si può. Non si possono piangere i bambini di una parte sola. Tutti i minori hanno diritto alla pace e alla musica: gli israeliani e i palestinesi. Non ci sono guerre giuste. Sono tutte orrende, soprattutto quelle che si dichiarano in nome di qualsiasi Dio. Enzo Favata ha dato la sua personale adesione all’iniziativa promossa da Padre Morittu, aspettiamo con serenità la risposta di Eyal Lerner. La aspettiamo tutti per poter restituire, attraverso la musica, un fascio di luce e speranza a tutti i bambini persi nelle guerre del mondo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design