Continuo a chiedermi perché Sanremo è così divisivo più della destra e la sinistra, più dei guelfi e dei ghibellini, più di interisti e juventini. Ho saputo che qualcuno, su Facebook, ha deciso di togliere l’amicizia a chi aveva dichiarato che avrebbe visto Sanremo. Ma davvero questo è l’unico metodo per poter discutere di qualcosa che è solo spettacolo, divertimento, passatempo e quindi anche noia, goffaggine, stupidità? Insomma, Sanremo è Sanremo ed è un guazzabuglio inutile e necessario, stupido ed arguto, creativo e retrogrado. Sanremo, dicono, è l’Italia. E non è vero. Sono lontano mille miglia da ciò che passa a Sanremo e da ciò che viene pubblicizzato: amo De Gregori, De André, Guccini, Pink Floyd, Genesis, gente che a Sanremo non c’è mai passata. Eppure apprezzo Sanremo. Quel suo rito inutile delle canzoni che hanno tutte un testo così così, un ritornello così così, i cantanti indossano dei vestiti così così, dove tutto accade e nulla si scompone. Amo Sanremo e guardo, con attenzione, tutto il festival, lo guardo dal martedi al sabato, divertendomi ed annoiandomi, sorridendo ed incazzandomi. Un po’ come guardo altre trasmissioni, come quando ascolto musica alla radio e non scelgo la scaletta delle canzoni, un po’come quando si fa la fila dal dentista o si aspetta di pagare una bolletta. Con una certa rassegnazione. Però non ho mai pensato che chi guarda Sanremo sia uno stupido o un intellettuale, un cretino totale o un genio compreso. Ho sempre pensato – e penso – che sia soltanto una manifestazione come tante altre e tutti quelli che urlano alla libertà, alla democrazia, all’unità, alla condivisione, ti insultano solo se dici che guardi Sanremo. Ebbene: siccome del doman non v’è certezza, chi vuol essere lieto sia, nella leggerezza di cui penso di aver diritto, nella piccola determinazione di fare ciò che si crede, io guarderò Sanremo. “Scancellatemi” da amico ma non rompete i cabasisi. Perché Sanremo è Sanremo (anche per quelli che giurano di non averlo mai visto).
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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