Se anche fra dieci anni scoprissimo che le ragioni di Greta erano deboli e gli allarmismi sulla salute della Terra ingiustificati, se alla fine la ragazzina si rivelasse veramente manovrata da poteri occulti, se anche così fosse, queste possibili verità nulla toglierebbero al dovere e alla sensatezza della mobilitazione di oggi. E nulla mi toglierà dalla testa che questa contesa, ovunque stia la ragione, sia stata un test importante per comprendere cosa sono i nuovi fascismi: nella disordinata e vociante massa che insulta Greta, in mezzo a pareri scettici argomentati e civili, questi nuovi fascismi si distinguono nettamente. La democrazia ha nella sua natura la facoltà di coltivare il dubbio. Cos’è, il movimento di Greta, se non un esame di coscienza per l’umanità, tanto più persuasivo poiché affidato all’iniziativa scatenante di una giovane e cristallina creatura? Sarà giusto fermarsi un momento e chiedersi se, in un mondo che ha visto crescere di cinque volte la propria popolazione in un secolo, con tutte le umane attività connesse, si stia procedendo nella giusta direzione e se questi tassi di sviluppo siano sostenibili? Una comunità matura queste domande se le deve porre, qualunque possa essere l’interpretazione di cifre e numeri. I fascismi, allergici alla democrazia, questi dubbi non li tollerano. I fascismi di oggi, quelli davvero pericolosi. non sono macchiette che inneggiano al duce, che salutano col braccio teso o rimpiangono le leggi razziali. No, i fascismi di oggi si professano pluralisti, ma in realtà invocano l’uomo forte che i dubbi e le domande li reprima, poiché il dubbio mortifica il Pil. In un movimento che nasce dal basso, da una ragazzina cocciuta, dubbi e domande sono l’elemento coagulante, il nemico principale dei nuovi fascismi. I nuovi fascisti, con le loro parole non sono mai riusciti a far cambiare idea alle loro mogli, ai loro mariti, ai loro figli, ai loro amici. Dev’essere frustrante accettare che una sedicenne possa aver spinto alla riflessione e al dubbio milioni di persone.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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