Mentre camminavo sul lungomare di Cannigione, qualche domenica fa, ho incontrato Lucio, un amico. Lucio marciava nella direzione opposta. Ci siamo fermati per i saluti di rito, poi lui si è guardato attorno e mi ha domandato: “Ma tu non ti senti ricco?” Non ho avuto bisogno di chiedere spiegazioni, perché ho capito benissimo cosa intendesse. La temperatura era primaverile, il sole già pizzicava la pelle, il verde della campagna iniziava a macchiarsi del giallo delle ginestre e la risacca del mare era un sospiro. Si poteva distinguere ogni rumore della natura, concentrandosi sull’udito. A costo di vergognarci della nostra melensaggine, io e Lucio abbiamo concordato che il paradiso non possa essere un posto migliore di quel pezzo di mondo nel quale, quella domenica, respiravamo l’aria del mattino. La ricchezza cui Lucio alludeva era il privilegio di questa bellezza, concesso a tutti i sardi. Tutti abbiamo un posto, a due passi da casa, dove poterci dire, l’un l’altro, “tu non ti senti ricco?”. Credo che il dottor Vincenzo Migaleddu abbia speso la sua vita per difendere questa fortuna. Grazie.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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