Il caso “Bibbiano” diventa luogo di scontro in molti territori e tutti provano, a metterci il cappello. Tutti sono convinti del marciume, della nefandezza che vi è stata in quel luogo e, soprattutto, cominciano a pensare che quelle storie siano accadute in altre parti d’Italia. La pensa in questo modo anche Laura Cavandoli, parlamentare della Lega Nord e consigliera comunale del comune di parla. L’Onorevole Cavandoli il 31 luglio del 2019 chiede al sindaco della sua citta, attraverso un’interrogazione, di fare luce sulla situazione a Parma: “per essere sicuri che il comune non abbia rapporti con le associazioni e le persone coinvolte nell’inchiesta e per conoscere i criteri usati dai nostri servizi sociali. (…) Se in Emilia, come pare, alcuni servizi sociali sono stati usati per adottare discutibili tesi psicoterapeutiche, per applicare ideologie e teorie gender, per creare un business sulla pelle dei bambini, vogliamo essere certi che a Parma non sia accaduto, non accada e non possa accadere nulla di simile. Non chiediamo generiche rassicurazioni ma dati ed informazioni precise”.[1] Grande è il disordine sotto il cielo e lo scandalo è, dunque, eccellente. Si miscela una buona dose di verità giuridica con supposizioni e con teorie che, davvero, nulla hanno a che fare con la vicenda di Bibbiano. Nessun accenno su teorie gender, nessuna certezza su questo business dei servizi sociali e, sinceramente si rimane davvero basiti alla onorevole richiesta di assicurarsi che nella propria città – Parma – non ci sia un caso Bibbiano. Un po’ come chiedere di indagare su un presunto giro di tangenti nei treni “frecciarossa” in Sardegna dove, è risaputo, il servizio alta velocità non esiste.Il 2 agosto del 2019, sul fatto quotidiano, a firma di Alessandro Mantovani[2] appare un articolo altamente significativo sul clima che si respira intorno a Bibbiano. Una notizia viene clamorosamente smentita dallo stesso quotidiano con una vistosa e positiva errata corrige (mai troppo utilizzata per smentire notizie errate se non false): “Contrariamente a quanto abbiamo scritto, la pm di Reggio Emilia Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta sui presunti affidi abusivi che ha portato il comune di Bibbiano sulle prime pagine di tutti i giornali, non ha mai scritto al giudice minorile di Bologna Mirko Stifano che il provvedimento provvisorio era stato adottato sulla base di “relazioni false” dei servizi sociali. Gli ha solo scritto che “non emergono condotte penalmente rilevanti in essere” dall’uomo “a danno del nucleo familiare”. Cosa era successo? Vi era l’accusa che l’uomo, padre di un bambino, avesse picchiato la moglie davanti al figlio. Questa testimonianza era stata raccolta dalle maestre che a scuola chiedevano spiegazioni sul un disegno che, probabilmente, ritenevano “ a rischio”. La madre però affermava il contrario e i verbali di tutta la questione erano stati trasmessi alla Procura e al Tribunale dei minori di Bologna che, trattandosi di un caso delicatissimo, doveva comunque prendere una decisione d’urgenza per proteggere il minore. Per valutare sulla capacità genitoriale il giudice deve affidarsi non solo a quanto dicono le maestre, ma deve richiedere il contributo dei servizi sociali e degli esperti. In questo caso il giudice ha deciso per salvaguardare il bambino e la madre senza nessuno “strappo” alla famiglia in quanto lo stesso è stato appoggiato, con la madre in una struttura protetta. Il provvedimento, chiaramente provvisorio, è durato meno di sei mesi poiché il Tribunale dispone che la famiglia si poteva ricomporre. Il padre, infatti, ammetteva di aver abusato di sostanze alcoliche e qualche volta di aver litigato con la moglie davanti al bambino. Cose di tutti i giorni si potrebbe obiettare. Cose di tutti i giorni, certo. Che accadono con una certa frequenza all’interno di molte famiglie italiane. La domanda, a questo punto può essere una soltanto: è giusto che si indaghi per un semplice litigio all’interno di un nucleo dove le contrapposizioni fanno parte di un certo lessico familiare? Per rispondere alla questione si potrebbe porre un ulteriore domanda: quante volte ci siamo imbattuti a casi di violenza nei confronti di donne e bambini proprio perché si riteneva esagerato intervenire a seguito di una semplice lite che sfociava in qualche lancio di piatti o di piccoli lividi? E quante volte quello che ci fa dire, seppure sottovoce “padroni a casa nostra” son diventati abusi ai minori e, purtroppo omicidi? Ecco, questo è il punto su quanto si dovrebbe riflettere.
[1] La gazzetta di Parma: La lega: quanti affidi a Parma?” di r.c., pagina 9
[2] Il fatto quotidiano: “Minori, giudici contro PM: non segnalarono atti falsi” di Alessandro Matovani, pag. 17
decima puntata. Continua…
Vi parliamo di Bibbiano. Le precedenti puntate:Prima puntataSeconda puntataTerza puntataQuarta puntataQuinta puntataSesta puntata settima puntata ottava puntatanona puntata
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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