47 anni anni fa si spegneva in modo misterioso il tentativo di Golpe del Principe Junio Valerio Borghese. Le poche cose che ho letto sulla vicenda inducono ad approfondire. Al di là dei rigurgiti di un fascismo ancora vitale (il regime era caduto da appena 27 anni), sembra che la macchina messa in piedi fosse molto più grande di quella emersa dalla penombra e consegnata alle cronache come “il Golpe dell’Immacolata”.
Si racconta che il tessitore, Borghese, avesse annullato all’ultimo le operazioni, dopo che gli uomini e i mezzi a sua disposizione erano già schierati e pronti a colpire. Il mistero di cui parlavo riguarda soprattutto i tempi e le ragioni dell’annullamento. Non mi dilungo, e invito semmai chi legge ad approfondire se ne ha voglia. Voglio solo condividere, qui, il testo del discorso che il Principe Borghese avrebbe dovuto leggere alla RAI in caso di successo del Golpe, per annunciare al Paese il cambio di Regime:
« Italiani, l’auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo. La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, e ha portato l’Italia sull’orlo dello sfacelo economico e morale ha cessato di esistere. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, vi saranno indicati i provvedimenti più importanti ed idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della Nazione. Le forze armate, le forze dell’ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi; mentre, d’altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli che per intendersi, volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi. Italiani, lo stato che creeremo sarà un’Italia senza aggettivi né colori politici. Essa avrà una sola bandiera. Il nostro glorioso tricolore! Soldati di terra, di mare e dell’aria, Forze dell’Ordine, a voi affidiamo la difesa della Patria e il ristabilimento dell’ordine interno. Non saranno promulgate leggi speciali né verranno istituiti tribunali speciali, vi chiediamo solo di far rispettare le leggi vigenti. Da questo momento nessuno potrà impunemente deridervi, offendervi, ferirvi nello spirito e nel corpo, uccidervi. Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso TRICOLORE, vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno all’amore: ITALIA, ITALIA, VIVA L’ITALIA! ».
Trovo questo messaggio molto inquietante, tanto più quanto più si sforza di apparire non violento e non traumatico. Trovo agghiacciante soprattutto l’assonanza tra questo messaggio e alcune delle formule usate oggi da politici, partiti, movimenti, opinionisti, giornalisti.
Borghese morì in esilio più o meno volontario nel 1974. Oggi è sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle Chiese più importanti di Roma e dunque della Cristianità.
Come se, in questo paese, l’unico modo per fare i conti col passato fosse quello di non sbarazzarsi mai di nulla.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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