Facciamo ordine sui fatti di oggi, per quanto possibile. Perché il profilo Facebook dei redattori di Sardegnablogger è stato temporaneamente sospeso? Perché una settimana fa Romina Fiore ha trascritto su questa pagina, sotto forma di post, un suo dialogo con un quindicenne. Tema, l’omofobia, la tolleranza e le manifestazioni delle cosiddette Sentinelle in piedi. State ora bene attenti. Se già non lo sapeste, quello scritto non conteneva un insulto, un’invettiva, neppure l’ombra di una parolaccia. Condensava i dubbi di un adolescente e le risposte di un’insegnante.
Nulla di più educato e civile. E allora, perché siamo stati sanzionati e perché ci è stato imposto di cancellare quel post? Non esiste una risposta certa.
Le regole di comportamento cui ci si deve attenere su Facebook non sono codificate ed hanno un amplissimo margine di discrezionalità, tanto da apparire più che ambigue. Se provate a cercare informazioni in rete ne avrete la riprova.
La più plausibile delle spiegazioni è che il post di Romina sia stato segnalato a ripetizione da un certo numero di fanatici e, in ragione di questa ipotetica mobilitazione, i filtri automatici del social siano intervenuti per bloccare il post senza neppure valutarne i contenuti.
Cosa significa? Ve lo spiego subito.
Se io domani trascrivessi su questa pagina il “Padre nostro”, senza aggiungere alcuna chiosa, e un gruppo di utenti Facebook ritenesse blasfemo o improprio il mio uso della preghiera, una segnalazione organizzata di questi utenti potrebbe significare la mia sospensione da Facebook e la rimozione del post.
Una delle più belle preghiere potrebbe essere ritenuta “contenuto improprio”.
In buona sostanza, si tratta di una deriva fascista del malinteso concetto di democrazia partorito da Zuckerberg e dai suoi colonnelli.
Un gruppo di persone si mette d’accordo e ti tappa la bocca.
Questi inutili rigurgiti squadristi sono stati però sepolti dall’ondata di indignazione espressa dai nostri lettori e dal sostegno che in varie forme ci hanno dimostrato. I fascismi perdono sempre.
Ai lettori, però, mi sento di rivolgere un invito: usate più spesso il nostro sito web www.sardegnablogger.it, dove trovate tutto quanto viene pubblicato sulla pagina Facebook e, a breve, anche contenuti distinti e ulteriori.
Ve lo dico perché, da giornalista, ho sentore che episodi simili si ripeteranno in futuro: Sardegnablogger non piace a tutti e, tra quelli cui non piace, c’è anche tanta gente capace di manifestare il dissenso solo attraverso le armi della censura e della sopraffazione. Succederà di nuovo, non bisogna essere dei profeti per prevederlo.
Per certi versi essere nel mirino di questi soggetti ci riempie d’orgoglio, per altri può essere seccante. Ecco, se in futuro dovesse capitarvi di cercare la pagina Facebook di Sardegnablogger e non trovarla, sappiate che esiste anche il sito internet: non vi lasciamo soli, come voi non avete lasciato soli noi, oggi. Ve ne siamo grati.
Due parole sulla libertà di espressione e sull’uso della censura. Oggi sono rimasto a bocca aperta nel leggere il tweet in cui Maurizio Gasparri sfotte una ragazzina obesa, come un bullo qualunque.
Io un pensierino del genere non lo segnalerei mai e lotterei perché nessuno lo rimuova. Non per quell’ormai abusato comandamento di Voltaire, ma perché voglio che una simile idiozia resti per sempre in rete.
Per dimostrare a tutti l’imbarbarimento della nostra classe politica, per costringerci a domandarci, ogni giorno della nostra vita, come sia possibile che uno come Gasparri possa essere diventato ministro e protagonista di primo piano della nostre Istituzioni.
Mi rivolgo a voi, che avete segnalato il post di Romina: se avete argomenti e ragioni, usatele! Se considerate quel post offensivo, condividetelo e spiegate il perché.
Se invece cercate di cancellare la parola degli altri, confermate di essere quel che tutti pensiamo: squadristi.
Destinati a perdere. Magari non su Facebook, ma nella vita sì.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design