Benché soltanto pochi siano in grado di far politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla.
E’ una frase di Pericle e, a quanto pare, risulta molto calzante di questi tempi dove tutti siamo pronti a controbattere, rettificare, dissacrare, colpire chi prova a governare il paese. Lo dico alla luce di moltissimi avvenimenti “globali”: da Trump passando per Macron, da Renzi alla Raggi e, per restare nel nostro orticello, da Francesco Pigliaru a Nicola Sanna. Governare non è cosa semplice e risulta molto più complicata in democrazia dove si è “costretti” ad allearsi con gli altri, sentire le differenze di opinioni su alcuni argomenti, garantire le maggioranze e le minoranze della propria coalizione tentando di non scontentare nessuno e non riuscendo, di fatto, ad accontentare tutti. Su qualsiasi argomento possiamo tranquillamente affermare che ci sono almeno due prese di posizione quasi sempre in contrapposizione: dallo ius soli, al problema dei migranti, dalla religione al surriscaldamento del pianeta, dalle piste ciclabili alla continuità territoriale. Ognuno, chiaramente, ha la sua verità e se dovesse, almeno per un giorno, finire al governo saprebbe benissimo come risolvere la questione. Che non è cosa semplice e, se messo alla prova, troverà qualche resistenza da parte di chi non la pensa come lui. Poi, per buttarla in caciare c’è sempre qualcuno che inneggiando l’antipolitica se la prende con gli stipendi e i privilegi di “lor signori” affermando che “tagliandoli” si risolverebbe il problema del debito pubblico del paese. Sono affermazioni “poetiche e lunari” ma, si sa, colpiscono sempre molto quelli pronti a digitare un “mi piace” o “son tutti ladri”. Non è vero che tagliando privilegi e soldi possiamo contare su innovazioni strutturali. Così come non era vero che se avessimo tagliato i senatori saremmo diventati tutti più ricchi. In realtà la democrazia ha sempre bisogno dei rappresentanti e sono pochi quelli in grado di far politica. Ma quei pochi, se affrontassero e risolvessero i problemi, dovrebbero essere ben pagati perché stanno lavorando soprattutto per noi. Che poi, quelli che ci governano non sono in grado di risolvere i problemi è una falsa verità: qualcuno li ha votati e qualcuno li rivoterà e alle prossime elezioni ci sarà sempre qualcuno che avrà i consensi di chi oggi non approva e di qualcun altro che proverà ad opporsi. Insultare le regole democratiche significa insultare il popolo. Bruttissimo sport dai contorni bui. Riflettiamoci per bene e proviamo, fuori dalla demagogia spicciola, di capire l’entità dei problemi e provare ad affrontarli seriamente. Trump, Macron, Merkel, Pigliaru, Virigina Raggi e Nicola Sanna sono stati votati ed eletti democraticamente. Da questo concetto dovremmo partire. Concetto semplice e chiaro: la base della democrazia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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