Giorgioni inizia la dieta. Mi chiedo se sia il caso. No, perché Giorgioni senza cibo è come Romina senza gatti. È come Viola senza Fasolino o come Bolognesi senza Olanda. È pure come Savina senza parole o Gian Paolo Cassitta senza libri. Giorgioni senza cibo è un po’ come Fiorenzo senza pistola d’ordinanza, come Marco Pitzalis senza il Biddio, come Musa senza il principio di Archimede. È come Nardo Marino senza occhiali. Si, Francesco Giorgioni senza pranzi in grazia di Dio è come Daniele Guido Gessa senza Londra o come Massimo Ragnedda senza il codino. È come Gavino Minutti senza Aggius, o come Gavino Ricci senza elastico per i capelli. Ce l’avete presente Maria Dore senza timidezza o me senza dire cazzate? E Adriano Bomboi senza maschera? E Zurru senza ascelle femminili archetipe? Ora, io lo so che, come la volta dell’ordinanza sugli sguardi, io mi sto dimenticando qualcuno. Perché si invecchia e si diventa rimbambiti e anche pigri, e non ho voglia di andare a spulciare l’elenco per vedere chi è rimasto fuori dalla mia memoria usata a casaccio. Ma quello che ci tenevo a dire l’ho detto tra le righe, e lo ridico: Giorgio’, ma sei sicuro? Cazzi tuoi.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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