From (L-R), Italy team player Genaro Gatusso, team official Gigi Riva, Francesco Totti and Fabio Cannavaro listen their national anthem prior to the start of their Euro 2004 Group C soccer match against Bulgaria at the Afonso Henriques stadium in Guimaraes, June 22, 2004. REUTERS/Alessandro Bianchi
La storia di Totti è un po’ la storia di Gigi Riva per noi sardi che la prendiamo sempre molto seriamente e non accettiamo discussioni di sorta. Gigi Riva è un’icona vintage mentre, visti i tempi, Francesco Totti è un’icona pop. Più colorata, più social, più al passo con i tempi e con molti dollari in più. Però non possiamo dire: i soliti romani, in fondo è un giocatore di calcio pieno di soldi, ignorante, non riesce neppure a leggere un foglio davanti ai suoi tifosi. E del discorso? Ne vogliamo parlare? Pessimo e insulso e, probabilmente non lo ha scritto neppure lui. Come se Umberto Eco riuscisse ad infilare quella palla al volo da una prospettiva impossibile al portiere della Sampdoria. Come se Nando Gazzolo potesse permettersi un cucchiaio a Van Der Sar, portierone olandese. Totti è stato un giocatore di pallone. Niente di più. E giocava mirabilmente bene. Sapeva accarezzare la palla e aveva un’ottima visione del gioco. E’ stato la bandiera della sua squadra per un quarto di secolo. Mica poco. E’ stato, come dicono in tanti, l’unico capitano di una squadra incapace di vincere ma capacissima di essere caciarona, esagerata, spropositata, colorata, pasticciona, sublime e dolcemente inutile. Come Francesco Totti che per colpa dei giallorossi non ha poi vinto tantissimo, anche se uno scudetto sul Tevere è come dieci sul Po. Totti ha chiuso con il calcio e, come ha scritto qualcuno, anche noi, con lui, siamo di colpo cresciuti. Il ragazzo è diventato uomo. Lo chiamavano “er pupone” e ha lasciato come imperatore. Mica male.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design