Nove anni fa, 8 maggio 2009, moriva Gianni Baget Bozzo. Sacerdote discusso, vicino al potere prima con Craxi poi con Berlusconi, fu discepolo del Cardinale Siri, Arcivescovo di Genova e punto di riferimento dei cattolici anticonciliaristi d’Italia. Di Siri viene ricordato spesso che sfiorò il soglio pontificio in varie occasioni. Su una di queste aleggia anche un’ombra di mistero al limite del complottismo: in ambienti americani tradizionalisti si dice infatti che nel 1958, durante il Conclave che vide poi eletto Angelo Roncalli (Giovanni XXIII), Siri fu eletto e aveva già assunto il nome di Gregorio XVII. Fu poi costretto a fare un passo indietro per timore di reazioni da parte della metà comunista del mondo, che male avrebbe accettato un ripiegamento così conservatore da parte della Chiesa. Non mi risulta che vi siano fonti autorevoli su cui basare questa teoria. Essa però dipinge bene il clima di contrapposizione creatosi dentro e fuori la Chiesa rispetto a cui il Concilio Vaticano II e le sue aperture al mondo rappresentano lo spartiacque.
Di Baget Bozzo, invece, si ricordano spesso la sospensione a divinis subita per essere stato eletto europarlamentare col PSI di Craxi , e l’amicizia stretta con Berlusconi. Io però vorrei ricordarlo ora per alcune posizioni teologiche forti contro la svolta “laica e secolare” impressa alla Chiesa negli Anni 60. Nel suo libro sull’Anticristo, Baget Bozzo parla quasi di uno spegnimento del sacro, di una perdita del senso di Assoluto che caratterizzava il messaggio cristiano prima del Concilio. L’internazionalismo, i primi accenni di globalizzazione, le istanze progressiste presenti nella Società e nella Chiesa stessa offrivano a questa un ruolo di guida morale del cambiamento. Accettando questo ruolo e annacquando la vecchia prospettiva apocalittica, la Chiesa rinunciò, secondo Baget Bozzo, alla sua missione evangelizzatrice, tradendo Cristo e avallando l’opera subdola dell’Anticristo proprio nel momento in cui smetteva di parlare del Male.
Sulla figura del Demonio infatti, sulla sua realtà, si erano basate per secoli la dottrina e la propaganda della Fede. Il colpo da maestro di Lucifero sarebbe stato, come nella migliore tradizione, proprio quello di persuadere il mondo della sua non-esistenza. Venendo meno il Male, avrebbe perso senso anche ogni discorso sulla necessità di salvarsi da esso. La vittoria dell’Anticristo, secondo Baget Bozzo, starebbe proprio qui.
A me sembra un discorso molto attuale, nella misura in cui dietro questa esigenza di rigore si nasconde quella molto più mondana di contrastare cambiamenti sociali e economici che hanno riguardato la libertà, la dignità e i diritti di milioni di persone.
E anche i continui attacchi a Bergoglio da parte di persone più o meno titolate a portarli (vedi Antonio Socci), riesco a vederli, Satana a parte, solo come gli ultimi colpi di coda di un integralismo cristiano che ha perso ogni ragione di essere.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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