Ci sono due canzoni più di altre che mi riportano al Natale. Sono entrambe di Francesco De Gregori e per me sono un piccolo classico. La prima si intitola proprio “Natale” ed è una canzone gioiosa, malinconica, piena di attese (ci scommetto che nevica) e di visioni poetiche: “C’è la luna sui tetti e c’è la notte per strada, le ragazze ritornano in tram. Oltre a questa scenografia dolcissima qualcuno chiede a qualcun altro di scrivere (solo se ti viene la voglia) per raccontare tutto quello che fa. E quel fare è dolcemente onirico “Se cammini nel mattino e t’addormenti la sera e dormi, che formi che fai”. L’avrò cantata migliaia di volte, fa parte di un album perfetto dove ci sono piccole gemme come “Generale”, “Renoir”, “Il 56” e la struggente “Due zinfari”. Fu pubblicato nel 1978 e fu la mia colonna sonora ufficiale quando lavoravo, d’estate, a Baia Sardinia. (insieme ad Amerigo di Guccini)La seconda canzone è più “paracula” ma degna di essere canticchiata proprio come una canzone, una filastrocca, un gioco di bambini: quel Gesù piccino picciò che si spera si porti via la malasorte e la malattia. Quella speranza tanto utilizzata di questi tempi che tutto duri poco e sia come un gioco. Questo Gesù piccino picciò conosce le stazioni, ha contezza anche di tutti quelli che vanno a dormire e la speranza è che quelle persone, senza casa ma con molta dignità, possano un giorno avere l’occasione di partire senza biglietto. Perché per essere davvero liberi non occorre la ferrovia. Capisco lo stress di questi giorni, la ricerca spasmodica dei regali, ma pensateci: tra sei giorni è natale, non va bene e non va male, buonanotte, tornate presto e così sia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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