Torno su Fabio Tuiach, quello offeso perché la Segre ha dato dell’ebreo a Gesù. Ho letto molti degli infiniti commenti facebook sul suo ormai storico intervento in consiglio comunale. Compreso il mio, che riletto il giorno dopo con un senso di terzietà, dà l’idea di uno un po’ coglione che parlando della grandezza culturale di Trieste vuole rimarcare la distanza intellettuale e intellettiva tra sé e Tuiach. Stavo per imitare quelli della neo destra un po’ fifona che, quando scrivono cazzate, il giorno dopo si scusano con la formula “Chi mi conosce sa che non sono così…”. Ma non lo faccio perché forse in realtà sono proprio così. Detto questo, la cosa di cui mi vergogno è che il mio commento sul buffo episodio triestino sia entrato di tuffo nella oceanica palude di quelli che hanno giudicato il caso Tuiach con supponenza, rabbia, maleducazione e superficialità, di quelli che hanno fatto di quel povero sedicente cristiano di Trieste un povero cristo, di quelli che ne hanno approfittato per fare lezioni sul fatto che in effetti Gesù era ebreo, anziché dare la notizia per scontata, lezioni celebratissime quando il professore era anche un guru, lezioni che contengono gli stessi elementi di novità di certe affermazioni che nelle bettole delle mie parti spingono gli astanti a commentare: “Mì chi no sei dizendi nudda”. Insomma, una buona occasione persa da me e molti di noi della sinistra per fare l’unico discorso sensato al quale questo patetico caso di Trieste dovrebbe indurci: cioè quello della formazione della classe dirigente. Diamo per scontata l’incredibile sciocchezza da lui farfugliata e soffermiamoci sul fatto che l’ha pronunciata in un’assemblea pubblica della quale è membro regolarmente eletto. Questo è il problema dell’Italia e del mondo in questi anni. Che Gesù era davvero ebreo lo sappiamo tutti (quasi).
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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