Il Personaggio di oggi è Gerhard Muller. Già pallone d’oro nel 1970, Campione d’Europa nel ’72 e Campione del Mondo nel 1974, è considerato il più forte centravanti tedesco mai visto sui campi di calcio. Ah no, scusate, il Personaggio di oggi è Gerhard Muller, tedesco, Teologo, Cardinale in procinto di preparare lo scisma contro Bergoglio. Almeno così sembra. Tanto che recentemente ha dichiarato, più o meno, che esiste un movimento molto ampio e trasversale di oppositori del Papa che vorrebbero proprio lui come guida; lui non accetta, ovviamente, però in sostanza gli oppositori hanno ragione e Bergoglio su molte cose ha torto. Certo, il Cardinale Muller non si presta a certi giochetti. Ma Bergoglio -dice- deve stare attento a non causare uno scisma. Ecc.
Già membro di quella che fu la Santa Inquisizione, allo scadere del mandato quinquennale (2012-2017) come Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede (oggi l’Inquisizione si chiama così), non è stato riconfermato nel suo incarico da un Bergoglio che inizia a fidarsi di lui come Puigdemont si fida di Rajoy, o Renzi di D’Alema.
Io non sono un vaticanista ma (un po’ come dire io non sono razzista ma…), dicevo, io non sono vaticanista, ma per capire quello che c’è da capire basterebbe guardare come vengono trattate (e da chi) le notizie sui mal di pancia vaticani.
Sulla vicenda Muller, sulle critiche al Papa e sulle minacce di scisma, basta leggere ad esempio cosa dicono Il Fatto Quotidiano e Libero, oppure Repubblica e Il Giornale.
La sensazione fortissima è che Bergoglio rappresenti per il mondo cattolico conservatore un problema enorme. La Chiesa, ci dicevano al catechismo, è fatta di uomini che come tali possono sbagliare anteponendo la carne allo spirito, i beni materiali alla fede, Mammona a Dio. Il clima che si avverte però è quello di un mondo Cattolico conservatore scosso dal pontificato di Francesco e dai segnali di apertura che sta lanciando su temi come il celibato e l’atteggiamento verso i divorziati, o dagli appelli in favore dell’accoglienza verso i migranti o dagli anatemi contro la spietatezza del mercato.
Che ci sia un problema di reazione conservatrice (o autoconservativa) da parte di certo establishment vaticano, ce lo indica la vicenda di Marie Collins, la donna che era stata vittima di abusi da parte di membri della Chiesa, che Bergoglio aveva nominato nella Commissione Pontificia per la tutela dei minori. Dopo che un’altra vittima, Peter Saunders, aveva lasciato l’organismo vaticano istituito dal Papa per combattere la pedofilia, la Collins si era dimessa a sua volta, ma spiegando ad alta voce il perché: la Congregazione, di cui Muller era prefetto, ha centellinato la sua disponibilità a collaborare ai lavori della Commissione, comportandosi come se l’azione di questa rappresentasse una fastidiosa interferenza negli affari interni alla Chiesa.
I dissapori tra Commissione e Congregazione hanno portato alla mancata conferma di Muller nel ruolo di Prefetto. E i mal di pancia, si sa, spesso fanno da calamita tra quelli che ne soffrono.
La candidatura di Muller a guidare la fronda contro il Papa nasce in questo clima. Anche sui social, a volte sotto forma di meme demenziali, a volte sotto forma di dichiarazioni da parte di ecclesiastici, compaiono segnali chiarissimi su questa crisi. Chi è cresciuto all’ombra della provincialissima e tradizionalissima Chiesa italica, fa fatica a fidarsi di Bergoglio, terzo Papa “straniero” di fila, primo Papa non europeo dopo Gregorio III, siriano, morto nel 741 d.c., 1276 anni fa.
In fondo, con questo suo disagio, certo cattolicesimo conservatore sta solo confessando quanto sia radicato e identificato, culturalmente ed economicamente, con un’Italia e un Occidente sempre più in difficoltà di fronte all’accelerazione del Mondo.
La Chiesa però ha attraversato crisi e cambiamenti violentissimi, e in 2000 anni è sempre riuscita a trovare nuovi equilibri, più di qualunque altra istituzione di dimensioni paragonabili.
Per questo ho il sospetto che tra qualche anno, quando si parlerà di Gerard Muller, tutti continueranno a pensare al centravanti e quasi nessuno al Cardinale.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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