Ho conosciuto il sax di Gato Barbieri grazie ad Antonello Venditti. Sembra strano ma è così. La canzone è sicuramente una delle migliori di Antonello ed è per questo che non passa mai tra le radio e lui non la canta mai nei concerti. Tranne una volta. A Roma. Quando il buon Barbieri entra prepotentemente dentro il concerto e costruisce il movimento perfetto, restituendo a quella canzone, Modena, la giusta dimensione, anche nelle parole. “La nostra vita è coca cola, stretta nella gola” e via il sax durissimo, quasi urlato che mai avevo avuto modo di sentire. Poi, negli anni, ho scoperto che il buon Gato Barbieri, argentino e non italiano come sempre avevo pensato, era un musicista immenso, figlio di un carpentiere con la passione per il violino. Nel 1953 comincia a giocare con il sax tenore. Nel 1962 si incontra con Ennio Morricone e registra l’assolo di “sapore di sale”. Il jazz è nel sangue, è influenzato da quell’icona immensa che è John Coltrane (otto Lp in vinile nella mia personale raccolta) e poi, nel 1972, collabora con Bernardo Bertolucci e scrive la colonna sonora di Ultimo tango a Parigi, che gli è valsa un Grammy Award. Ha lavorato con Antonello Venditti e Pino Daniele, ha suonato con Dollar Brad, Alan Shorter, Charlie Haden, Don Cherry. E’ stato un sax portentoso e bellissimo, dolcissimo e struggente. Ha vissuto di musica. Era, a suo modo, musica soffusa e ben costruita. Sapeva camminare nel pentagramma delle note e sapeva mischiare le emozioni. Anche lui, come Maldini, è andato via a 84 anni. Entrambi costruivano emozioni. La musica e il pallone, a volte, possono benissimo andare insieme. E camminare, con leggerezza, tra un campo di calcio e il cielo. Buon viaggio Gato. Che il pentagramma ti sia amico. Per sempre.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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