Premetto che col termine Legge non mi riferisco al mondo dei giuristi, degli avvocati, dei magistrati.
Intendo invece la Legge nel senso di emanazione di un legislatore, sia esso il Parlamento, il Governo o l’ultimo ufficio alla periferia dello Stato, e l’intrico di articoli, ordinanze, commi e decreti da essi prodotto. Col termine “idiota” intendo invece significare l’impressione di irrazionalità e mancanza di intelligenza che a volte, molte volte, un cittadino prova nel valutare certe azioni scombinate, incomprensibili o ingiuste della Politica e della Pubblica Amministrazione.
Sulla Sardegna, il braccio idiota della legge è calato spesso. È calato sotto forma di servitù militari sproporzionate, di esercitazioni sulla cui sicurezza non è mai possibile avere certezze (trattandosi di materia spesso coperta dal riserbo delle cose militari), di sproporzione nella formazione del collegio elettorale per il Parlamento europeo, di insufficiente considerazione per i disagi dell’insularità. Ho citato solo alcuni casi.
Nel 2009, così vengo al dunque, il braccio idiota della legge si levò alto nei cieli sopra la Sardegna, producendo uno dei più grandi sfaceli della recente storia d’Italia: lo spostamento improvviso del G8 da La Maddalena a l’Aquila, la mangiatoia della Cricca e l’abbandono delle strutture restaurate o costruite per lo svolgimento del vertice.
In quei mesi a cavallo tra 2008 e 2009, La Maddalena era stata messa in una specie di centrifuga fatta di camion, navi, squadre, mezzi, vertici, conferenze di servizi, giornalisti, cantieri; tutti avevamo la sensazione che quel turbinio avrebbe portato solo buoni frutti.
Fummo ingenui.
All’indomani del terremoto che piegò l’Abruzzo, il peggior presidente del Consiglio che un paese serio possa desiderare, decise di spostare il G8 a L’Aquila. Nonostante le promesse fatte, questo si tradusse subito in ciò che tutti temevamo: la fine di quella trasformazione e l’inizio del degrado. La Maddalena venne abbandonata (e anche L’Aquila) e le strutture destinate al Summit iniziarono lentamente ad andare in rovina, cosa che prosegue ancora oggi.
Era tutto collegato. La Cricca si era accaparrata i lavori con le procedure d’urgenza, aveva iniziato a fare mattanza di risorse pubbliche e stava lasciando sul terreno una serie di opere male eseguite e mai completate. Lo spostamento a L’Aquila era per Berlusconi l’unico modo di evitare una figuraccia con gli altri paesi del G8: evidentemente si era accorto che non si sarebbe mai riusciti a completare le opere in tempo utile.
Dopo pochi mesi la Cricca finì sotto processo e su quelle opere calò il silenzio. Il problema più grave però fu l’abbandono. Il Comune di La Maddalena venne lasciato solo. Il Governo smise di occuparsi della cosa, la Giunta Cappellacci per due anni chiuse porte e telefoni all’amministrazione locale, e anche le opposizioni interne alla piccola comunità tutto fecero tranne che spingere nella stessa direzione in cui bisognava spingere allora e bisogna spingere anche ora: il completamento urgente di tutte le opere. A onor del vero bisogna dire che dopo i primi due anni di mutismo, la Giunta regionale iniziò a rispondere al telefono e alle lettere e mise in piedi, insieme al Comune, un lavoro importante di ricognizione dei fondi e di individuazione dei percorsi amministrativi per finire i lavori lasciati a metà. A parte questo però, dopo l’ordinanza del Governo Monti del marzo 2012 che rimetteva in moto un lentissimo processo di ripresa dei lavori, nessuno dei Governi nazionali ha mai fatto nulla di significativo per frenare il degrado delle strutture del mancato G8.
Qualche mese fa si era iniziato a parlare del prossimo G7, e da più parti era stata sollevata l’ipotesi di sistemare le incompiute di La Maddalena e restituire alla Sardegna quell’occasione che Berlusconi le aveva strappato nel 2009.
È notizia di ieri che il Governo Renzi sta pensando di svolgere il vertice a Taormina.
Non è ancora ufficiale ma pare sia stato ormai deciso.
Se così sarà, il braccio idiota della legge avrà colpito ancora: andare ad aprire un nuovo cantiere anziché completarne uno già avviato.
Ma c’è un aspetto che non posso non ricordare, e che rende il braccio idiota della legge ancora più idiota. Se da una parte non si coglie l’occasione del G7 per rimediare a un danno economico e finanziario causato dallo Stato stesso, dall’altra si pretende (sempre lo Stato in una delle sue tante emanazioni) di sperperare 3 milioni di Euro per l’acquisto di un’isola che è inutile acquistare: sto parlando di Budelli.
Sulla demenzialità di questa scelta ho già scritto diversi pezzi: se cercate “Sardegnablogger-Luca Ronchi-Spiaggia Rosa-Budelli” saltano fuori tutti.
La vicenda si può riassumere così: Budelli viene messa all’asta. L’isola è sempre stata privata e non è edificabile. Il Parco nazionale nel 2013 decide di esercitare la prelazione e una maggioranza trasversale in Parlamento, in barba alla spending review, decide di buttare 3 milioni di euro pubblici per acquistare un’isola che era totalmente inutile acquistare, essendo pressoché intoccabile (chi dice il contrario o non sa di cosa parla, o lo sa ma è tra i promotori dell’acquisto e non ammetterà mai di avere commesso una cavolata). Quell’acquisto venne cassato dal Consiglio di Stato nel 2015. Il Parco (meglio, il Presidente del Parco, sostenuto da una non-maggioranza in Consiglio Direttivo) attraverso una forzatura amministrativa grave trasforma Budelli in una riserva integrale. Il Tribunale assegna l’isola al Parco. Secondo alcuni entusiasti sostenitori, quella forzatura sulla riserva è stata utile a scoraggiare il legittimo acquirente, Michael Harte. In ogni caso, il risultato di una riserva integrale sarebbe quello di impedire il libero accesso di tutti, ma soprattutto dei sardi, all’isola di Budelli, senza alcun motivo scientifico. Anche qui, chi dice che Budelli deve essere protetta tramite una riserva integrale o non capisce nulla di ambiente, oppure è tra i promotori dell’acquisto al patrimonio pubblico.
La saggezza popolare ci dice che non è sufficiente fare le pentole, se non si sanno fare i coperchi; quella forzatura grave con cui il Presidente del Parco e la sua non–maggioranza decisero di trasformare Budelli in una riserva integrale, è stata poi bocciata dall’Avvocatura dello Stato. Per questo il Parco dovrà ritirare in autotutela quelle strampalate delibere.
La cosa curiosa è che il Consiglio direttivo, che non è mai stato favorevole all’acquisto dell’isola ma non è mai stato interpellato in merito, finalmente potrà dire cosa ne pensa, esprimendosi anche sulla –a mio avviso-totale inutilità e infondatezza della riserva integrale. Cosa dirà lo sapremo dopo che lo avrà detto. Ma sono sicuro che la sfilza di pasticci commessi, anche una volta che qualcuno avrà provato a metterci una pezza, sarà un altro fulgido esempio di come agisca il braccio idiota della legge.
Stay tuned.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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