Mentre l’uomo reggeva davanti a sé, a mani nude, il palo di legno, l’altro, sempre a mani nude, con la motosega, gli faceva la punta. Terminata la sua corsa nel legno, l’attrezzo tendeva ad avere uno scarto verso il vuoto, fermandosi a pochi centimetri dal collo dell’uomo con il palo in mano. Alla vista della mia divisa, un terzo uomo, prontamente, afferrò il piccolo generatore di corrente a gasolio, che alimentava motosega e trapano avvitatore, poggiato sopra le stoppie secche, e lo trasferì sull’asfalto. Ragazzi oggi non è possibile proseguire, la palizzata in legno la finite domani. E’ giornata di massima allerta, codice rosso, vedete che si sta alzando un ventaccio brutto, di quelli brutti brutti ed è tutto secco d’intorno, con il caldo di questi giorni. Il centro studi della Protezione Civile, sulla base dell’incrocio dei dati climatici che confluiscono in un algoritmo, determina il colore del codice di rischio. Per quel giorno, in quella zona, era rosso, massimo grado di allerta. Ma noooo capo, non ci faccia smettere, per un giorno chi faci lu friscu! Ragazzi, smettete subito e ricordatevi, quando fate questi lavori, di portarvi l’acqua appresso e anche un estintore pronto, che non si sa mai. Leggetevi bene l’Ordinanza Antincendi, per favore. Ma noooo capo, noi siamo esperti, mi fece quello sputacchiando e togliendosi dagli occhi le schegge di legno, poggiando la motosega rovente nelle stoppie. Noi lu focu non ci scappa a noi, che siamo esperti! Il mio occhio scorse sulla siepe a contatto con le stoppie alte. Tempo di percorrenza verso il macchione a trenta metri, due minuti. Con il vento che si stava alzando, pochi secondi per l’incendio del macchione. Al primo salto di fuoco, grazie al forte vento, incendio della collina sotto il paese. Anche quello che ieri stava arrostendo nella sua casa in campagna, a Tempio, era un grande esperto di arrostite. Mangiando tranquillamente in casa, si è accorto dell’incendio al rumore dell’elicottero sopra le teste. E anche il trattorista del giorno prima ancora, con il fuoco che ha devastato le campagne di Tula, era un grande esperto. Tutti grandi esperti. In Sardegna ci sono più esperti negli incendi che commissari tecnici della nazionale. Ma noooooo capo! Quelli sono i delinquenti, i grandi criminali, maledetti, che se li becchiamo noi li buttiamo dentro al fuoco! Coro di insulti condito dalle peggiore torture all’ipotetico incendiario. In questo genere di discorsi, non manca mai il fumatore, a cicca di punta, a spiegarmi, da esperto, che il mozzicone gettato tra le stoppie non accende, che c’è sempre qualcuno che ha fatto la prova. Per fortuna, nessun fumatore tra loro, che nelle giornate di codice rosso la pazienza non è tantissima. Va bene ragazzi, però ora prendetevi tutto e andate a farvi una bella birra al bar, se volete ci parlo io col vostro principale. Altrimenti vi faccio il verbale. Va bene capo, però non è giusto, andate dietro ai delinquenti, non a noi che siamo esperti, e il fuoco a noi non ci esce.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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