La notizia è divertente e tragica nello stesso tempo: due macchinisti di Trenitalia, palesemente ubriachi, non riescono a far partire il Frecciarossa da Roma per Milano. All’alcooltest uno dei macchinisti è risultato positivo: 1.95 microgrammi per litro, quasi quattro volte il limite per il ritiro della patente. L’altro non è riuscito neppure ad alzarsi dal suo letto d’albergo, nei pressi di Roma Termini. La sera precedente, a quanto pare, la cena era finita inondata da molto vino e i due giovanotti – rispettivamente di 35 e 21 anni – non sono riusciti, per tempo, a smaltire la sbronza. Per fortuna il capotreno si è reso subito conto che il macchinista non riusciva neppure ad azionare il comando per aprire le porte del treno. “Non idoneità dell’equipaggio” è il comunicato molto British di Trenitalia. I due rischiano la denuncia per interruzione di pubblico servizio oltre alla sospensione del lavoro.In questi giorni si fa un gran parlare della bufala che andava di moda quando “c’era lui” dove i treni partivano e arrivavano in orario. In realtà chi doveva certificare gli orari di arrivo ometteva tutti gli arrivi in ritardo. Oggi, chi viaggia in treno, neppure fa più caso agli accumuli di ritardo di molte tratte, soprattutto regionali. I due macchinisti, probabilmente, intendevano aggiungere brio ad un treno che di suo è come una “formula uno” con il rischio di andare ad impattare come Lecrerc alla curva del circuito di Baku. Credo occorra effettuare il test sull’abuso di alcolici preventivamente a chi si siede ai comandi di un mezzo pubblico. Farlo dopo non ha molto senso. In questo caso la fortuna ha aiutato il capotreno ma immaginate se, invece, quel treno si fosse mosso dalla stazione. Nonno diceva che neppure a piedi l’uomo che ha bevuto può essere sicuro. E aveva dannatamente ragione. Quel treno da Frecciarossa poteva diventare Frecciarosso, di origine poco controllata.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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