Arrivo spesso un po’ in ritardo sulle cose. È che mi prendo del tempo per capirle, per non lasciare che la prima e veloce impressione sia causa di errori. Alle prime voci udite e alle prime righe lette sui fatti ucraini, mi sono fermata e ho preso una pausa. Quando la realtà rappresentata appare semplice da capire, c’è qualcosa che non va. La ex Jugoslavia e l’Iraq me lo hanno insegnato. Agli stringati resoconti dei media mainstream sulle proteste di Kiev, si sono aggiunti, in contemporanea, i commenti del popolo della rete. Non è facile esimersi dall’esprimere un’opinione quando si è sotto l’effetto emozionale di immagini forti e quando si ha uno smartphone a portata di mano. L’opinione che mi ha scosso è stata quella di Ahmed: “Anche in Egitto sono morte tante persone. Cinquemila in un solo giorno. Ma su di loro non avete detto nulla. Forse perché sono musulmani.” Beh, io ad Ahmed non riesco a non dare almeno un po’ di ragione. Volessimo usare dell’ironia, direi ad Ahmed che i musulmani da lui chiamati in causa – ma preferirei parlare di egiziani, oltre che di libici, di siriani, hanno un po’di responsabilità. Sono ancora probabilmente troppo ingenui e maldestri nell’uso dei media più moderni e dei social network. Pensiamo al video virale intitolato “ I am a Ukrainian”, circolato in questi giorni di sul web. È un video di buona qualità; a parlare è una ragazza dall’ aspetto molto gradevole, che usa toni concilianti; si capisce quello che dice perché parla inglese; il suo messaggio è un’invocazione alla libertà. Come le si potrebbe dar torto? Ahmed potrebbe rispondermi dicendo che anche in occasione delle proteste egiziane le donne si sono fatte sentire, come ha fatto Asma Mahfouz. Anche il suo video di protesta è reperibile su youtube. Però lo porterei a riconoscere che Il video di Asma è di qualità mediocre, l’immagine è traballante e poi … poi lei porta il velo, sarà sicuramente una “fondamentalista”. In più, parla una lingua che nessuno qui capisce. Tranquillizzerei Ahmed comunque, perché dietro gli slogan da lui letti, non c’è, probabilmente, alcuna comprensione dei fatti. Sfido gli autori di quei cori da stadio a citare qualcosa dell’Ucraina che esuli dalla Dinamo Kiev e Andriy Shevchenko. “Oggi sto col popolo ucraino”, hanno scritto. Ma non sanno quale di quale popolo parlano e non è nemmeno tutta colpa loro, perché nessuno glielo spiega. Non sanno che quello che chiamano “dittatore”, Viktor Yanukovich, è stato eletto nel 2010 col 35% dei voti e che la sua rivale, la Yulia Tymoschenko che tanto piace qui in Europa – carina e donna, che di questi tempi pare essere un vantaggio a prescindere- è arrivata distaccata di 10 punti. Non sanno che questa donna è una conservatrice – “la populista che veste arancione”, l’ha chiamata l’Economist – ed ex magnate del gas scesa in politica, arrestata con l’accusa di abuso di potere in seguito alla ratifica di un accordo con la Russia sulle forniture di gas, per la quale la si accusava di avere indebolito la posizione del suo paese di fronte alla Russia. Non sanno che il partito che ha spinto molti manifestanti a scendere in piazza giorni fa e che si appresta a entrare nel nuovo governo, il partito Svoboda, ha chiare tendenze neo naziste. Ecco alcuni dei punti del suo programma, tradotti letteralmente dall’inglese e disponibile nel loro sito:
– Implementazione di un sistema penale contro ogni manifestazione di “ucrainofobia”. Ergo, la minoranza russa e tutte le altre stiano caute; – Implementazione di un sistema che miri alla salute riproduttiva, basato sul divieto di aborto tranne che per motivi medici o in caso di stupro, qualora questo sia dimostrabile; – Equiparazione dell’aborto illegale al crimine di tentato omicidio. Una restrizione del genere non esiste nemmeno in certi paesi islamici; – Divieto di pubblicizzare sigarette e bevande alcoliche in tutto il paese e criminalizzazione dell’uso di droghe, sia leggere che pesanti, e delle forme di perversione sessuale. I gay sono avvertiti. – Adozione di leggi anti immigrazione più severe e miglioramento del sistema di detenzione e deportazione degli immigrati illegali. Sì, scrivono proprio così, deportazione.
-Divieto di adozione di bambini ucraini a famiglie non ucraine.
Tra i politici italiani a complimentarsi col leader di Svoboda per la “Rivoluzione” in atto, a suon di “Forza Kiev”, “Forza Ucraina”, Roberto Fiore. Forza Ucraina, forza Kiev, Forza Nuova.
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