Ieri non ho potuto fare a meno di vedere Forum. Sprofondato nella poltroncina di una sala d’attesa, davanti ad un tavolino apparecchiato con vecchie annate di Panorama e Vanity Fair, aspettavo che dall’officina mi riconsegnassero l’auto. In quel vuoto di tempo, dal televisore appeso alla parete ho sentito la cantilena di Barbara Palombelli che salutava in uno scrosciare di applausi Silvana Giacobini, lì apposta per presentare la sua biografia di Alberto Sordi, fresca di stampa. Poi la parola è passata alla giudice, che teneva davanti a sé la bottiglietta di Acqua Ferrarelle, sponsor della trasmissione. La lite di giornata vedeva contrapposti Teresa e Mario. Teresa, bionda non naturale, rossetto vistoso e abito ciclamino presumo molto costoso, ha sposato il figlio di Mario, sessantenne atletico, calvo e dalla mascella tirata. Nuora e suocero non si rivolgono la parola da tempo se non per insultarsi e lei, più di una volta, lo ha denunciato, riuscendo anche ad ottenere un risarcimento per l’invadenza di Mario. Brigano per il diritto del nonno di vedere i due nipoti, diritto che Teresa non concede per dispetto. In sostanza, Teresa ed il marito vivono in una casa di proprietà di Mario, il quale si sente autorizzato ad entrarvi quando crede, modificando la disposizione degli arredi a suo piacimento. Teresa questa abitudine non la sopporta e per ritorsione nega a Mario i rapporti con i due nipotini. Parlano entrambi un ottimo italiano, lei con marcata inflessione siciliana, e con lessico ricco e appropriato se ne dicono di tutti i colori, davanti alla flemmatica giudice che ad un certo punto minaccia di sgomberare l’aula, anzi lo studio televisivo. Tempo fa, all’ennesima invasione di campo, Teresa ha chiamato i carabinieri: ne è seguita una denuncia costata a Mario 2500 euro di risarcimento. Duemilacinquecento euro che Teresa avrebbe investito in una settimana bianca, finendo per questo investita dagli insulti della cognata, incrociata una domenica mattina sul pianerottolo mentre lei, Teresa, portava “come ogni domenica i miei figli a messa”. Sentite le parti, la parola è poi passata a Silvana Giacobini per la sentenza di ordine morale sul contenzioso. Il contenzioso sono due bambini, che in teoria avrebbero diritto ad essere protetti ma ai quali chissà per quanto tempo resterà appiccicata l’immagine di mamma e nonno che si pestano in diretta televisiva. Ho pensato a quest’Italia che mette in piazza volontariamente, in diretta televisiva, una storia di conflitti familiari irrisolti, dove una nuora assediata da un suocero viene incitata dagli spettatori in sala con applausi e incoraggiamenti, cui lei risponde con sorrisi e cenni di gratitudine, come farebbe un calciatore acclamato dal pubblico al momento della sostituzione. Non so poi a chi abbia dato ragione la giudice con la bottiglietta di Ferrarelle in primo piano, perché il capo officina mi ha porto le chiavi della Panda mentre andava la pubblicità e ho così lasciato l’udienza a metà. Vista dalla prospettiva di Forum, l’Italia è un Paese incomprensibile che sfugge ad ogni logica e a qualsiasi analisi del voto.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design