Avevamo oltrepassato la metà di luglio e la sua abbronzatura faceva sembrare ancora più topo il grigio topo del mio pallore da commissario esterno. Lui sorrideva, dentro quella camicia immacolata che con un inganno ottico lo aveva trasformato in un mulatto. Sorrideva sotto quei capelli abilmente modellati col gel da sembrare spettinati alla perfezione. Sorrideva mentre girava e rigirava fra le mani una tesina anoressica che non andava oltre le 10 pagine.
Il colloquio si era svolto tra un incespicare e l’altro, il trionfo dell’insicurezza e degli “ehm”.
– Vuoi un bicchiere d’acqua? – gli avevo chiesto premurosa. – No, grazie. – la sua risposta garbata. – Sei emozionato? – avevo suggerito, con l’intento di sdrammatizzare e cercare di attribuire una connotazione emotiva alla sua scarsa preparazione. – Nemmeno. È che, la verità si dica, non ho studiato più di tanto. – – Ssttth zitto e inventa una scusa, semmai: queste cose non si devono dire in sede d’esame. – rido – Eh lo so, l’intenzione era quella di studiare… ma poi vedi il sole e cosa fai? Non te ne vai un po’ al mare? – – Però quando l’esame di stato è dietro la porta se al mare non puoi andare, non ci vai. – – Ma è difficile resistere. – – Quindi se oggi io, anziché venire qui a lavorare, fossi andata al mare avrei fatto bene? – – Ah sicuro, io al posto suo l’avrei fatto! –
E aveva sorriso ancora lui, scaltro come una faina.
[foto La Stampa]
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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