Poche ore prima che Marco Pannella ci lasciasse, Fiorenzo Caterini ha scritto un appassionato post contro l’istituto dell’intramoenia nella sanità pubblica: Fiorenzo, come tanta gente, ritiene che questo ambiguo mescolarsi di pubblico e privato sia uno scempio da cancellare e infici pesantemente l’efficienza del settore che, più di ogni altro, è direttamente connesso alla salvaguardia del più prezioso dei valori: la vita. Fino al momento in cui scrivo queste righe, il post di Fiorenzo ha avuto oltre undicimila visualizzazioni e suscitato molte reazioni. Tra queste ve ne sono state anche alcune in aperto dissenso con le tesi di Fiorenzo, un dissenso espresso anche in forme piuttosto forti. Un dissenso che però non è andato oltre l’insulto o l’accusa di ignoranza all’autore del pezzo, senza contestarne nel merito l’analisi, oppure si è subdolamente manifestato con richieste di rimozione del post inviate alla redazione in via riservata. Così non vale. Quando si vuole smontare una certa posizione si devono portare argomenti plausibili, sempre che se ne possiedano. Dubbio, quest’ultimo, che si rafforza nel momento in cui il libero confronto cede il passo agli insulti, alla minaccia, alla tentazione della censura.
Deve essere chiaro che Sardegnablogger è pienamente disponibile a pubblicare post di chi la pensi diversamente da Fiorenzo, purché adeguatamente motivati: non abbiamo la verità in tasca e ogni parere in più aiuta la conoscenza.
Però, in linea con un’opinione largamente condivisa, Fiorenzo Caterini ritiene inaccettabile l’intramoenia e ritiene che la legge che l’ha istituita debba essere cancellata. Non è comodo rappresentare queste ragioni, perché gli interessi privati in gioco sono ricchi e perché in Italia ormai non si può più dire che un certo alimento faccia male o una certa legge sia sbagliata senza essere assaliti selvaggiamente da associazioni di categoria, sindacati o lobby.
Io credo che uno come Marco Pannella avrebbe potuto indossarla perfettamente, questa battaglia contro l’intramoenia. È anche grazie alla sua testardaggine che l’Italia, nonostante tutto, è diventata un paese più libero, più tollerante, in altre parole migliore. A costo di sfidare chi alza la voce, quando la coscienza ce lo impone ognuno di noi dovrebbe estrarre quel pizzico di Pannella che c’è in lui.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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