Dire che il colloquio non sia andato benissimo è un eufemismo. È vero: è andato maluccio, però le prove scritte erano soddisfacenti, il curriculum scolastico discreto e lui è da promuovere. Non c’è dubbio. Del resto il candidato precedente s’è fatto prendere dall’emozione e ha fatto quasi scena muta ma noi, che siamo commissari comprensivi, abbiamo capito lo stato d’animo e quindi la proposta di voto è stata 20/30, che agli esami di stato corrisponde alla sufficienza.
– Quanto gli diamo? – esclama la presidente di commissione. – Beh 20 anche a lui – risponde prontamente un commissario interno. – Cosa?? Se abbiamo dato 20 al precedente, che non ha quasi spiccicato parola, a questo diamo almeno 22 – ribatto saltando su tutte le furie. – Ma quell’altro durante l’anno ha studiato parecchio, è stata l’emozione a giocargli un brutto scherzo – dice perentorio. – Per valutare l’andamento scolastico ci sono i crediti, qui noi dobbiamo attribuire un voto al colloquio. – rispondo altrettanto secca. – Questo ha iniziato a studiare a maggio. – insiste. – Ascoltami, se un giocatore lo butti in partita e quello fa cinque gol non è che l’allenatore va dall’arbitro e gli dice di annullarne un paio perché il bomber ha iniziato tardi gli allenamenti. – – Non è la stessa cosa! – – È la stessa cosa! –
Interviene la presidente: – Basta, ognuno proponga un voto, poi li sommiamo e facciamo la media. Lei che voto gli dà? – dice rivolgendosi al commissario col quale battibeccavo. – 18 – risponde lapidario.
[carogna, s’è tenuto pure più basso per far precipitare la media – penso tra me e me]
– lei? – chiede a un altro commissario. – 21 – – lei? – – 22 – – lei? – – 29 – affermo con un sorriso che va da un orecchio all’altro. – Eh addirittura… ma stai rispondendo seriamente? – dice sprezzante quello lì. – Certo, e ti sarei grata se non ti mettessi a sindacare sul mio 29 in italiano e storia, visto che io non l’ho fatto col tuo 18 –
Media matematica fra tutti i voti: 22.
[La liceità dei mezzi è soggettiva, dove anche quelli scorretti diventano legittimi. Se ti consentiranno di vincere la battaglia]
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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