– Ragazzi, oggi proviamo un’attività diversa e cerchiamo di scoprire chi erano i Fenici. Facciamo così: leggete a pagina 129, poi ve lo rileggo io e, a libro chiuso, mi dite cosa ne avete capito. Quindi costruiamo insieme una mappa concettuale alla lavagna. –
– Professore’, perché non ce lo spiega direttamente lei? –
– Perché vorrei che diventaste autonomi nello studio, m’interessa capire cosa vi resta impresso dopo aver letto un testo. –
– E ce lo legga lei. –
– Le persone, in questo caso voi, non hanno tutte la stessa modalità di apprendimento. Ci sono i visivi, gli uditivi e i cinestesici in base al canale sensoriale primario che utilizzano nell’acquisizione delle informazioni. I primi si concentrano sull’osservazione visiva del mondo esterno e quindi hanno bisogno di leggere autonomamente, i secondi preferirebbero ascoltare e quindi per loro leggerò io il paragrafo ed i cinestesici amano la manualità e prediligono costruire e per loro comporremo la mappa concettuale alla lavagna. Così nessuno resta escluso dall’attività, d’accordo? –
Gli alunni annuiscono e si immergono nella lettura. Un ragazzino rompe il silenzio…
– Professore’, cosa significa èmpori? – – Si dice empòri, non èmpori. Anticamente designavano delle località, solitamente marittime, adibite allo scarico e vendita di merci. In senso più moderno l’emporio è un magazzino con grandi quantità di merce in vendita. Ma davvero non hai mai sentito questa parola? – – Mai professore’! – – Nemmeno nelle pubblicità alla TV? Chessò, l’Emporio Armani… – – Ah sì! –
Gli alunni si immergono nuovamente nella lettura e, dopo una manciata di minuti, un altro ragazzino rompe il silenzio…
– Professore’, cosa sono gli empori? – – L’ho appena spiegato a G. – – E vabbè, io non l’ho sentito! – – Allora te lo dice lui. Cortsemente G., spiegheresti a L.. cosa sono gli empori? – – Sì, certo. Quelli di Armani! –
Quando si dice avere il dono della sintesi.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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