Correva l’anno 1974 e io, a quei tempi, avevo la bellezza di 15 anni. Che non sono pochi e non sono molti. E’ un’età così: arrotolata dentro i brufoli, nervosa, antipatica e complicata. Sono gli anni in cui ti innamori di tutto e, soprattutto, di donne impossibili. Così, dentro quei quindici anni mi innamorai perdutamente di Raffaella Carrà: del suo caschetto biondo, della sua risata rotonda, del suo saper ballare divinamente e della sua canzone “felicità, ta ta” con l’accento sulla a. Quelle mosse giocate con le mani, quei ballerini con i pantaloni neri a zampa d’elefante, quella sua blusa a pois: le mani sulla fronte, sulla bocca, sulle orecchie e poi aperte, verso il mondo, un mondo dove l’amore trionfava: io e Raffaella. Si sa, si sa, va tutto come va (tum tum tum) e non ho voglia di parlarne. Parliamo di come le farfalle giravano vorticosamente nello stomaco, di come questa piccola ragazza riusciva a costruire l’immaginario di un ragazzo di quindici anni. E avere 15 anni nel 1974 non era la stessa cosa di averceli oggi qui 15 anni. Lo so, lo so, bastava poco allora per toccare la luna piena e per cantare con il cuore in gola: “io sono qua, l’orchestra c’è, felicità ta ta ta, l’accento sulla a. “
Ah, perché vi ho raccontato questo? Ma perbacco: stasera c’è Sanremo e anche quest’anno sarò l’inviato speciale per Sardegnablogger. Io, nei miei quindici anni mi innamoravo di tutto. Ma anche adesso non scherzo mica…
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design