Io Felicetto Contu non l’ho mai conosciuto ma ne ho sempre sentito parlare. Può capitare di essere sulla bocca di più generazioni se hai raggiunto i novant’anni d’età, se traffichi in Consiglio regionale da 56 anni e se, in mezzo secolo di attività politica, sei stato due volte sottosegretario e parlamentare europeo, luminoso percorso iniziato partendo da Mogoro. Oggi dell’ennesima impresa del dottor Contu erano piene le bacheche Facebook, perché il blasonato onorevole è stato eletto difensore civico del Consiglio. Ripeto, a novant’anni di età. Erano quasi tutti commenti sarcastici, in qualche caso tendenti all’indignazione. Però l’aspetto che più mi ha fatto riflettere, in questa ondata di reazioni, è stato proprio quell’insistere sull’aspetto anagrafico, più che sull’inadeguatezza dell’uomo. Cercherò di essere più chiaro. Non ho letto commenti che mettessero in evidenza una presunta incapacità di Contu a svolgere quel ruolo, oppure dubbi circa la sua incompetenza sulla materia (Contu ha studi giuridici e faceva il notaio, non mi pare sia esattamente uno sprovveduto). Non ho neppure letto ricostruzioni politiche su possibili accordi che stessero dietro la sua rielezione al ruolo di difensore civico, se non le vecchie amicizie di lungo corso cementate da decenni di presenza nei palazzi del potere. Quel che leggevo tra le righe di questi commenti era lo sdegno perché un novantenne possa avere accesso ad una carica pubblica. “Troppo vecchio, ha già avuto tutto il potere che voleva, non gli basta mai”. Sono opinioni che rispetto, ma se il principio che si vuole affermare è questo stabiliamo un tetto massimo d’età: che ne so, poniamo gli ottant’anni come limite per le cariche elettive. Se avessimo fissato questa regola dall’inizio della Repubblica, non avremmo avuto Sandro Pertini Capo dello Stato, eletto a 82 anni, né Giorgio Napolitano, eletto a 81 anni. Si può pensare tutto il bene o il male possibile di Pertini e Napolitano, ma non credo che nessuno li abbia mai accusati di dire sciocchezze per demenza senile. Qualcuno obietterà che Contu non è né Pertini, né Napolitano: appunto, è la persona che conta, non l’età che porta. Resto dell’idea che, se si ha una mente lucida, si possono detenere anche cariche pubbliche ad una certa età. Così come resto convinto, sentendo i discorsi di certi rampanti quarantenni protagonisti della nostra politica, che la mente lucida non sia sempre un fatto di età.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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