Il 6 febbraio 2013 la Regione pubblica un “bando di concorso straordinario per titoli per l’assegnazione di n. 90 sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio nella Regione Sardegna“. Il concorso è bandito in ogni regione d’Italia ai sensi dell’ art. 11 del D.L. 24 gennaio 2012 n. 1 convertito con modificazioni nella legge 24 marzo 2012 n. 271 (meglio conosciuto come decreto salva Italia) e rappresenta l’esigenza di garantire in tutto il territorio nazionale l’esercizio di una farmacia ogni tremila abitanti. Anche la Regione Sardegna dunque, con quel provvedimento, si sarebbe adeguata alla norma nazionale, consentendo a 90 “nuovi” farmacisti di esercitare la professione, e ai cittadini sardi di avere una farmacia anche nei piccoli comuni che ne sono sprovvisti. Il concorso è stato espletato regolarmente. La graduatoria provvisoria, depositata nel giugno 2014, è stata pubblicata dopo oltre un anno, il 16 luglio del 2015, mentre la graduatoria definitiva, la cui pubblicazione veniva data per certa entro il dicembre dello scorso anno, è ancora chiusa non si sa in quale cassetto di chissà quale ufficio di chissà quale assessorato della regione sarda. Cos’è successo nel frattempo? E’ successo che il 14 dicembre 2015 il Consiglio di Stato si pronuncia su un ricorso presentato nel lontano 2005 in merito all’attribuzione del punteggio in un concorso ordinario bandito dalla nostra regione. Si trattava di una interpretazione, a detta di esperti del settore, del tutto inapplicabile al concorso straordinario del 2012, tanto che nella conferenza Stato – Regioni, convocata appositamente, concordi tutte le regioni, è stato inserito l’emendamento: “norma di interpretazione autentica della normativa concernente la valutazione dei titoli nel concorso per l’assegnazione di sedi farmaceutiche“, che avrebbe dovuto fugare ogni dubbio e aprire la strada per la conclusione dell’iter. Invece no! La regione Sardegna, spinta probabilmente dallo zelo di qualche funzionario particolarmente “ferrato”, chiede ulteriore parere al Ministero della Salute perché ritiene che la sentenza riguardante un concorso ordinario sia applicabile anche al concorso straordinario bandito a norma del decreto salva Italia, rinviando di fatto la pubblicazione della graduatoria definitiva. La risposta del Ministero non lascia dubbi, anzi, poiché la Sardegna risulta inadempiente, con lettera datata 15 marzo 2016, il direttore generale del Servizio Farmaceutico, Marcello Marletta, scrive perentoriamente la Regione «in ossequio al principio di leale collaborazione di cui al citato art. 120 della Costituzione si invita codesta Regione a provvedere al più presto e con ogni consentita urgenza ad adottare la graduatoria definitiva e ad assegnare le sedi farmaceutiche al fine di evitare l’esercizio del potere sostitutivo». Insomma una bacchettata tremenda che però non ha sortito alcun risultato se il 26 ottobre scorso l’assessore regionale Arru dichiarava candidamente ad una delegazione di farmacisti di essere completamente all’oscuro della vicenda, che il ruolo del politico non va confuso col ruolo amministrativo e che comunque quella della sanità è stata per lui una gatta da pelare tremenda, frutto di una pesante eredità; mentre la dottoressa Garau, dirigente responsabile del settore, ha candidamente ammesso che i ritardi son dovuti alla carenza di personale da destinare ai controlli sulla documentazione dei candidati. Rimpallo di responsabilità? Manco per sogno… Nel contempo piovono le dichiarazioni di coloro che dovrebbero tutelare gli interessi di categoria, secondo i quali «la regione Sardegna sta facendo un lavoro encomiabile» (dichiarazioni testuali del presidente di Federfarma regionale dottor Congiu); mentre per il presidente di Federfarma Sassari, il dottor Grandino, non c’è fretta: «nella provincia di Olbia non c’è nessuna emergenza in quanto le farmacie esistenti coprono benissimo il servizio». E già, soprattutto se si considera che in paesi con circa seimila abitanti vi è una sola farmacia il cui titolare, magari, non vede di buon occhio l’apertura di una nuova… E allora, perché dividere la torta con altri trecento colleghi circa, giacché la titolarità delle nuove sedi sarebbe in capo a società all’uopo costituite, formate da tre o più professionisti? In mezzo a tutto questo bailamme vi è naturalmente la rabbia di tutta la schiera di aspiranti farmacisti che, vedendo calpestati i loro diritti, i loro sacrifici, le loro attese, chiedono a gran voce «per evitare l’azione sostitutiva dello Stato nella gestione dell’iter concorsuale, l’immediata pubblicazione della graduatoria definitiva per passare immediatamente alla fase di interpello e all’assegnazione delle sedi farmaceutiche» Neppure l’incontro di questi giorni col capo di gabinetto dell’assessorato, Giovanni Salis, che negli impegni di Arru avrebbe dovuto comunicare la data della pubblicazione della graduatoria definitiva, è stato convincente: si è limitato a “promettere” che verrà fatto entro un mese, e comunque prima della data del referendum.
Quante cose deve risolvere questo referendum….
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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