Sicuramente nascere farmacisti è molto più facile che diventarlo, ma chi lo è diventato per passione sapeva benissimo che il percorso sarebbe stato sempre tortuoso e soprattutto in salita. Quando il governo Monti, nel decreto Salva Italia del marzo 2012, aveva rappresentato l’esigenza di garantire in tutto il territorio nazionale l’esercizio di una farmacia ogni tremila abitanti e la Regione Sardegna, in ottemperanza al decreto, aveva bandito il concorso del febbraio 2013, in tanti avevano sperato che il traguardo, seppure in salita, fosse raggiunto.
Finalmente per i circa trecento farmacisti, formatisi quasi tutti nelle università sarde, si intravedeva la prospettiva di realizzare insieme ai sogni di una vita, l’idea di una farmacia completamente diversa da tutte le farmacie nelle quali avevano lavorato finora.
Oggi questa speranza, che solo un mese fa dopo i colloqui in regione pareva concretizzarsi, si è nuovamente arenata, anzi ha subito un duro colpo.
Ricordate i quindici giorni di tempo che si era preso il capo di gabinetto dottor Giovanni Salis per redigere il documento in cui si sarebbe fissata la data di pubblicazione della graduatoria del concorso?
Ebbene, in Regione ancora non si è deciso niente!
Perché un’istituzione che deve operare al servizio dei cittadini, a garanzia dei diritti dei lavoratori non rispetta gli impegni assunti? Perché non si ottempera agli obblighi che derivano da disposizioni di legge?
Perché le verifiche sulla documentazione richiesta trovano ostacoli in argomenti del tutto pretestuosi e per certi versi ridicoli? (addirittura si attribuiscono i ritardi al fatto che le amministrazioni non inviano le certificazioni relative ai titoli, quando si poteva e si può chiedere ai candidati vincitori la produzione dei titoli stessi e qualunque altro documento necessario in originale!).
Tutto questo dopo tre anni dalla data di pubblicazione del concorso “per soli titoli”…
Perché nonostante l’invito e la diffida da parte del Ministero a pubblicare con urgenza la graduatoria definitiva si è ancora al punto di partenza?
Perché chi ha vinto regolare concorso nel rispetto di un bando pubblico deve ricorrere alle vie legali per far valere i propri diritti?
E’ del tutto evidente che qualcosa non sta funzionando per il verso giusto, che la salita viene tempestata di ostacoli, e c’è il sospetto, piuttosto fondato, che qualcosa o qualcuno remi contro.
E non è neppure difficile capire quali siano i privilegi che si vogliono salvaguardare con questa condotta che sta danneggiando dei cittadini, dei professionisti, delle persone con una dignità da difendere, disposti, arrivati a questo punto, a percorrere le vie legale per tutelare i propri interessi e far valere i propri diritti.
Continua….
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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