Quando si baciava una ragazza, ai miei tempi, era un fiorire di farfalle nello stomaco. Adesso tutto è cambiato. Farfalle comprese. Prendete la canzone di Coez “La musica non c’è”. Oltre ad un bellissimo video il testo è stupendo e demenziale, un piccolo capolavoro. E lui, l’ometto innamorato, non parla abbastanza perché ha una scuola di danza nello stomaco. Capite? Mica farfalle stupide e svolazzanti, ma una scuola di danza. Una visione quasi sublime, un modo bellissimo di dire “sei bella che la musica non c’è”. Non preoccupatevi, non sono impazzito, però questa dichiarazione d’amore del 2018 si avvicina davvero alle nostre, quelle degli anni settanta, stupide e cretine, impacciate e inutili, gonfie di farfalle nello stomaco. A saperlo, per esempio, ad Angela avrei detto, subito subito: “Vorrei farti cento cose ma non so da dove iniziare, c’è troppa luce dentro la stanza, questo caldo che avanza, io non dormirò. E scusa se non parlo abbastanza ma ho una scuola di danza nello stomaco. E balla senza musica con te, sei bella che la musica non c’è”. Perché non ci è venuto in mente, perché ci siamo fermati davanti ad un lento (che, boh, forse era amore bello di Baglioni, una canzone sfigatissima) e provando a stringere -ma non troppo – dicevamo: “C’è caldo in questa stanza, forse siamo in troppi. Magari se usciamo, ci facciamo due passi, camminiamo sugli scogli che c’è la luna e ci illumina e poi, sai Angela: le parole… si, le parole sono importanti”. Ma vaffanculo Angela, non erano farfalle, era una scuola di danza nello stomaco e non siamo mai riusciti a dirlo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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