Se fossi greco, domenica prossima, voterei oxi o nai, no o si? Premesso che, a differenza di quanto spesso accade qui, nessun politico ellenico si sogna di invitare i cittadini ad andare al mare, anziché alle urne, credo sarei alle prese con un dubbio amletico. Barrare la casella “oxi” significherebbe dare a un premier coraggioso (o incosciente?) come Tsipras la forza di sollevare l’asticella nella trattativa infinita con la triplice alleanza e strappare un accordo meno sanguinoso per tenere a galla la barchetta greca. Votare “nai” vorrebbe dire sfiduciare il primo ministro, cancellando il sogno della sinistra ateniese di mandare al diavolo l’austerity e rianimare il Paese spendendo i soldi avuti in prestito, anziché restituirli nei modi e nei tempi fissati.
In ballo non c’è solo la moneta unica. C’è anche e soprattutto, mi pare, la tenuta di un sistema di regole economiche e finanziarie che ha mostrato già tutti i suoi limiti. C’è la credibilità di un’Europa che tentenna proprio mentre il panorama geopolitico presenta sommovimenti tellurici non di poco conto: le tensioni tra Russia e Usa, il Medio Oriente in fiamme, le sanguinose rappresaglie anti-occidentali dei nuovi barbari dell’Is, le strategie del nuovo capitalismo cinese (90 milioni di traders alla Borsa di Pechino contro gli 88 iscritti al partito comunista) e il loro impatto sui mercati mondiali.
In fondo, sarà anche un bel duello tra new romantics e bacchettoni in salsa teutonica. Il duo Tsipras-Varoufakis ha fatto sognare gli ultimi dei Mohicani della sinistra italiana. Alle prese con il modello Renzi e con un Pd sempre più borghese, hanno visto in Alexis il condottiero ideale, al punto da sposarne il nome dedicandogli una lista alle Europee. Roba da neuropsichiatria. Ed è emblematico che, oggi, partiti italiani che nulla hanno a che vedere con Syriza, vedi Forza Italia e Lega, ne condividano le scelte in chiave referendaria.
E dunque cosa voterei, se fossi greco? Bel dilemma. Ci vorrebbe una terza casella, una cosa del tipo “oxi e nai”. Perché, da un lato, darei fiducia a chi ha cercato in tutti i modi di conciliare le necessità di un popolo allo stremo con le richieste dei creditori. Dall’altro, avrei paura del salto nel buio che un’eventuale rottura con il resto del Continente potrebbe provocare, sul piano economico, politico e sociale. Ma, non essendoci quella possibilità e non essendo greco, ascolterò per una volta i perfidi consigliori del referendum all’italiana. Andrò al mare.
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