Ci sono tanti modi di abbandonare le campagne e far sentire chi si ostina a viverci cittadino di serie B, facendo tutto il possibile per renderlo eremita in un luogo lontano dal mondo. Uno di questi è privare questa gente di collegamenti decenti. Ad esempio, ricordandosi che gli stazzi della Gallura sono collegati da un fitto reticolo di sterrati che sembrano pensati apposta per una manifestazione sportiva – è eccitante vedere quei missili variopinti che sono le auto da rally sfrecciare tra i boschi di certi luoghi bellissimi e dimenticati – per poi scordarsene subito dopo, quando l’ultimo dei concorrenti ha tagliato il traguardo e motori e luci della ribalta si sono spente. La foto che vedete è stata scattata a Santu Jacu, una località del Comune di Sant’Antonio di Gallura, peraltro ai limiti dei comprensori di Olbia e Arzachena. Documenta lo stato delle strade che collegano gli stazzi di quelle campagne in seguito al passaggio dell’ennesima manifestazione motoristica. La foto me l’ha mandata un amico. Spiegandomi che, come sempre prima del rally, le poche decine di persone che vivono tra quei monti avevano ricevuto la regolare rassicurazione da parte degli amministratori: “Rimetteremo in sesto la strada subito dopo la fine della gara”. Invece, come sempre dopo il rally, non si è ancora visto alcun intervento. Cosicché, anche andare giù in paese per comprare il pane diventa un’impresa, con quegli sterrati ridotti a mulattiere. “Questa gente non è affatto contraria al rally, accetta tutte le privazioni che il passaggio della gara comporta”, mi spiega l’amico. “Non accetta però di essere dimenticata, che ci si ricordi di quelle strade solo quando passano le auto da corsa e non si pensi che servono anche a chi in campagna ci vive”. Ho scritto questo post non solo per spirito di servizio, ma anche perché credo che questi fatti rappresentino bene la rimozione del valore campagna, con tutti i suoi significati, dal nostro orizzonte. E ora, sindaco di Sant’Antonio, rimetta a posto le strade di Santu Jacu.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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