Il Mare. L’acqua forte che ti trasporta e ti colora la vita, diventa la cornice a tutto quello che disegni, tutto quello che assapori, tutto quello che respiri. Fin da quando avevi quattro anni il mare è stato parte della tua vita: è stata la tua vita, il tuo unico momento. Sei stato figlio del mare, di un’isola arcaica, di una città che sa guardare il mare, come Siracusa e la sua penisola Ortigia. Sei stato quello che hai osservato le onde e hai subito pensato che occorreva osservarlo dalle radici. Hai cominciato a scendere negli abissi di quell’acqua: prima quaranta, poi quarantacinque metri, in apnea, perché respirare non serviva se il mare ce l’hai dentro, tra i polmoni e il cuore. Il 22 settembre 1974 arrivi a toccare i novanta metri e io, quel giorno ero lì, con te a guardare attraverso la televisione ciò che appariva impossibile, ciò che appariva deputato ai pesci e alla creature del mare. Ciò che era deputato a te. Non bastava. Perché il mare lo si ama e, solo se si conosce bene e si respira quotidianamente, lo puoi sfidare. Quello hai fatto, quello sei riuscito a fare: nel 1988 sei riuscito a rompere la soglia del 100 metri ed arrivare negli abissi dell’esistenza: – 101 metri. Quell’acqua che ha disegnato, da sempre, la tua vita si è fermata a contemplare, oggi, il cuore che non batte, i polmoni che non ricevono più aria.
Il mare si è fermato e in perfetta solitudine attende quel figlio che l’ha respirato da sempre. Perché il mare si respira ed Enzo Maiorca, nato a Siracusa il 21 giugno 1931 lo ha sempre saputo. Oggi, all’età di 85 anni è morto osservando probabilmente quell’azzurro che ha dipinto da sempre la sua vita da queste parti. Il mare disegna e cancella, il mare raccoglie e nasconde. Il mare è Enzo Maiorca. Per sempre.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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