Ho iniziato a comporre questo post quasi un mese fa, con l’intento di descrivere alcune giornate trascorse dall’11 al 13 agosto con degli amici, in giro per la Costa Smeralda, ovvero per i Monti di Mola di Arzachena. Poi, per impegni vari, la maggior parte dei quali dedicati a mostrare ai nostri ospiti altre aree della Sardegna, ho interrotto più volte queste righe. Il che mi ha permesso di allungare alcune mie considerazioni sugli argomenti turistici dell’Isola. Poi il lavoro, le prime piogge…(sa mandronìa) E “torra” a parlare di bassa stagione, alta stagione, stagione allungata, numeri percentuali, sabbia rubata e tonno versato, affluenze, sbarchi, Giga Yacht e turisti con il sacchetto della spesa dell’Esselunga di Viale Jenner. Una piccola considerazione la vorrei fare, leggera, per non incrementare la ormai satura discussione stagionale su come gestire il turismo in Sardegna. In Sardegna abbiamo un’incredibile risorsa, il Paesaggio. Da offrire, proteggere e soprattutto presidiare. Per Paesaggio intendo tutto quello che si trova all’interno del perimetro dell’Isola. Tutto: montagne, pianure, case, Cultura, Artigianato, luoghi disabitati e centri abitati, fabbriche abbandonate, archeologia, flora e faune varie, il settore agro-alimentare e quello pastorale, le tradizioni, quelle vere, sacre e profane. Albucciu, Prisgiona, Coddhu Vecchiu, Li Lolghi, Li Muri.
Sono delle aree archeologiche a nord dell’Isola di Sardegna che, insieme a degli amici abbiamo visitato durante una piccola incursione turistica nel fine della settimana dall’11 al 13 agosto. Pernottamento ad Arzachena nell’accogliente B&B Villa Carmen, un bellissimo e prezioso esempio di architettura rurale progettato e realizzato negli anni ’60 e gestito dal cordiale Giuseppe Baffigo.
È un’area meravigliosa, quella di Monti di Mola. Poco distanti dalla punta panoramica di Monte Moro, la montagna che sovrasta Porto Cervo, si trovano le dolci colline di Li Muri, un territorio altamente gestito e presidiato dove, per esempio, stazzi, mucche al pascolo e muretti perfettamente realizzati a secco (non reti metalliche di recinzione) contribuiscono a restituire il paesaggio ad una poesia tangibile e concreta.
Un piccolo stazzo, piccolissimo con due camere, bagni esterni a servizio del minuscolo punto di ristoro, domina una delle piccole collinette. L’ampia pergola, collocata con delicatezza all’ingresso del bar, accoglie i visitatori nel punto panoramico del luogo.
I margini dei Monti di Mola sono, da una parte le coste turchesi e cristalline del mare, dall’altra colline e formazioni rocciose, spettacolari, che nascondono ancora oggi le tracce del passaggio dell’uomo nei secoli. La gestione del Parco Archeologico di Arzachena inizia nel 2000, da parte di una società che apriva l’accesso ai monumenti solo per 6 mesi l’anno. Dal 2010 il Parco è gestito dalla municipalizzata Ge.Se.Co ed è accessibile tutto l’anno. Lavorano al momento 15 persone quasi tutte guide patentate e con qualifiche specifiche soprattutto in ambito Archeologico (fra le quali un’archeologa). Il Parco, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 20, è composto da 7 monumenti (necropoli neolitica, 2 nuraghi, 3 tombe dei giganti, un tempio a megaron). Le visite guidate da personale esperto e competente, wi-fi gratuito, flyer, pannelli esplicativi. Un’organizzazione strutturata, coordinata che ha ricevuto complessivamente nel 2016, ben 178.000 visitatori paganti: dai 512 visitatori nel mese di gennaio 2016 ai 607 nel mese di dicembre con il picco – naturale – nei mesi estivi con 34.000 visitatori nel mese di agosto 2016. è normale che a qualcuno salga il grazialcazzismo, parlando di un’area limitrofa a quella della Costa Smeralda, organizzata, progettata e pianificata da ormai 50 anni. Il turismo strutturato è anche questo. Le attività turistiche non si improvvisano, si pianificano. Come fossero un progetto di un’abitazione o di una piazza o di qualsiasi altro oggetto. Renderlo funzionale, bello e omogeneo nella sua integrazione con il paesaggio. Renderlo infine accessibile: mi ha colpito, in positivo, la cura premurosa con la quale sono state realizzate una serie di rampe di legno, che segnano tutto il percorso del nuraghe di Prisgiona, sino al suo interno. E’ la dimostrazione che la volontà di rendere accessibile a tutti le aree archeologiche, più volte impraticabili o parzialmente raggiungibili, paga. Ecco forse estendendo la sensibilità che ci è cara potremmo forse riuscire a rendere accessibile il paesaggio della Sardegna, renderlo il più possibile funzionale e fruibile a tutti. E quindi, migliorarlo, renderlo più sicuro, viverlo, presidiarlo, il territorio e proporlo alla richiesta turistica. Basta forse poco per rendere i contenuti del nostro paesaggio fruibili tutto l’anno. Un sistema di guide, una rete, vera e stabile, di alberghi e B&B, che sovente, nelle aree interne, non sempre soddisfano la richiesta dei visitatori. Casette stritolate tra l’intonaco cementizio e spugnati arancioni; tra il non finito e le piazze progettate come quelle interne ai centri commerciali; tra opere incerte e camere senza finestra; tra i mobili della zia con i vestiti ancora caldi e Conforama. Ecco, se volessi fare un piccolo esempio, una piccola considerazione, senza saturare il dibattito estenuante e ciclico che vede ormai tutto e tutti alle corde, direi che il territorio di Arzachena potrebbe essere un nodo funzionale da prendere ad esempio per una ipotetica rete turistica da attivare, sostenere, organizzare ed estendere a tutto il territorio regionale. Soprattutto nelle cosiddette aree interne (archeologia, ospitalità, artigianato, agroalimentare)
Ma spesso, come in tutto il territorio regionale, le parti deboli sono quelle non presidiate, non curate, luoghi di transito nei quali la gente ignorante e maleducata lascia i segni del proprio passaggio abbandonato sul suolo, che sia spazzatura o escrementi poco importa, è il segnale che il turismo non sempre fa rima con il rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Immagino quindi una rete, anche in formato multimediale, nella quale il Paesaggio dell’Isola (isole comprese) sia contraddistinto da una serie di Layers (strati), sovrapponibili, colorati a seconda del tema: ciclovie, archeologia, sistemi museali, artigianato, agriturismo, strade storiche, case cantoniere ecc, con le informazioni e le relative descrizioni dei caratteri di fruibilità e accessibilità, bellezza e accoglienza. Da qui si potrebbe partire per avere una Sardegna turistica fruibile tutto l’anno.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa (di Giampaolo Cassitta)
Il prete e il povero (di Cosimo Filigheddu)
I giornali di oggi (di Cosimo Filigheddu)
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Guarderò Sanremo. E allora? (di Giampaolo Cassitta)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.705 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design