Caro amico di un mucchio di anni fa, hai visto quel titolo sulla prima pagina di oggi della Nuova? Dice che ci sono questi ragazzi, avranno più o meno la nostra età di allora, che si sdraiano in via Milano, quella specie di tangenziale di Sassari dove le macchine vanno veloci e al buio non ci si vede un cazzo, lì, sull’asfalto, sfidano la morte. “Notti brave”, dice il giornale. Oh, non è che fanno niente di nuovo. “E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire”. E ti ricordi quella strepitosa presa per il culo che gli fece Walter Chiari. L’abbiamo commentata dicendo: “Che coglione”. E il “coglione” era per Battisti, non per Chiari. Poi una notte ti sei sdraiato anche tu sulla tangenziale a sfidare la morte. E ha vinto lei. Ricordo solo una cosa, mentre in quella notte fonda piangevo accanto alla lettiga dell’ospedale e dal lenzuolo spenzolava un tuo braccio, lungo lungo, quasi a toccare le mattonelle del pavimento e io ti chiedevo “Ma perché?”, ho sentito sulla mia spalla la mano del magistrato di turno: “Se uno vuole morire c’è sempre un perché. Ora bisogna pensare ai vivi, anche a quel poveretto che l’ha ucciso senza colpa e questa notte se la porterà appresso per sempre”. Sei stato un cattivo esempio per tutti noi. Eri talmente forte, intelligente, sicuro nelle tue scelte, acquietante con ogni nostro dubbio, che quella notte ci facesti pensare che forse anche uccidersi era cosa da saggi. E per un po’ a ogni contrarietà della vita ci venivano in testa quelle “Emozioni”. Per fortuna c’era anche la presa per il culo di Walter Chiari. E c’è ancora. Si può anche avere la tentazione di vedere se poi è tanto difficile morire, ma quella di essere presi per il culo da Walter Chiari no. Quello è un rischio che non bisogna correre.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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