Questo pezzo l’ho scritto il 3 ottobre del 2013. Tanti morti anche allora, ma molti meno di adesso. Nel mentre ci eravamo abituati allo stillicidio di morti annegati che non arriva più ai titoli dei giornali. Lo ripropongo adesso, il mio pezzo. Lo riproporrò quando i morti saranno più di 700. Nel mentre ci sarà lo stillicidio di morti–meno di 700 non farà notizia–e tutti penseremo ad altro. E lo riproporrò quando non avremo più l’energia per indignarci. Tanto loro continueranno ad emigrare: a partire e a morire. Risolvere il problema di questa gente significherebbe risolvere i problemi dell’Africa. Cioè i problemi del mondo. Qualcuno ha la soluzione?
Per emigrare ci vuole coraggio e ci vogliono soldi.
Non è vero che sono i più disperati a partire.
I più disperati rimangono dove sono.
Parti perché sai che ti meriti di più e perché sai che da un’altra parte puoi farcela.
In quei paesi dove non solo c’è più ricchezza, ma anche più possibilità per tutti, puoi farcela a raggiungere quello che ti spetta, quello di cui ormai non puoi più fare a meno.
Così un giorno vendi quello che puoi vendere, regali quello che non puoi vendere, ficchi quello che ti puoi portare appresso in un borsone beige e parti.
Hai paura, ma parti.
Soffri come un cane, ma parti.
Se hai fortuna arrivi e scopri che ti aspettano anni di cessi da pulire–fino a farti una cultura su come l’odore della merda cambia a seconda della nazionalità e quindi del cibo che mangiano i tuoi utenti–e di ingiustizie da subire, perché non hai gli stessi diritti degli altri e tu devi schiattare, crepare, pulire cessi per poter avere quello che gli altri hanno in regalo.
Se non scoppi prima–e io sono scoppiato–raggiungi il tuo obiettivo.
Io ho avuto sfortuna e fortuna in misure uguali, ma soprattutto la grandissima fortuna di essere stato un uomo attraente.
Devo la vita alle donne che mi hanno amato e mi che hanno tirato fuori da casini così grandi che solo oggi mi va di accennarne, davanti a questa tragedia così grande.
Senza di loro sarei annegato anche io, ma in un altro modo.
Sarei annegato anche io, solo perché l’Italia mi aveva condannato a rimanere un manovale.
E perché io volevo di più.
Anche questi morti di Lampedusa avevano la colpa gravissima di essere nati nel posto sbagliato e di volere di più.
Ma loro non sono mai arrivati.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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