Avevo deciso di non unirmi al coro degli sbandieratori sardi.
Ma sono giorni che la canzone di Orietta Berti mi ossessiona: devo fare qualcosa!
Devo dire anche io la mia.
Del resto noi di Sardegnablogger non siamo buoni a farci gli affari nostri.
Mi astengo dal commentare la proposta della nostra sottosegretaria all’umorismo: “Era una badutta!”
L’ha detto lei stessa e chi siamo noi per contraddirla?
Deve essere l’aria che si respira al governo: scherzano tutti!
Presidenti del consiglio, sottosegretari, ex-ministri: tutti zuzzurelloni.
Mi astengo anche dal commentare la proposta di Pinuccio Sciola a Mattarella.
Dico solo che Sciola è un campione di marketing: è riuscito a far parlare tutti della seconda idea che abbia mai avuto.
La prima è la sua scultura.
Eja, sempre la stessa.
Mille volte la stessa.
Preferisco parlare della proposta fatta dall’unica persona seria, tra i cambia-bandiera.
Un vero specialista nel cambiare bandiera, superiore in questo perfino al suo nuovo mentore: Maninchedda.
Eja, di Franciscu Sedda sto parlando.
Franciscu ha pubblicato anni fa un libro colto e bello sulla storia delle bandiere sarde: http://www.condaghes.com/scheda.asp?id=978-88-7356-115-6
Io il libro l’ho anche recensito: un bel lavoro.
È giusto e bello conoscere la storia dei propri simboli.
Sulla scia dei successi di pubblico ottenuti da Barracciu e Sciola, in questi giorni Franciscu ha presentato nuovamente la sua proposta, .
“Eliminiamo i 4 mori e adottiamo l’albero deradicato di Arborea”.
Io non sono di quelli che dicono “Abbiamo altro a cui pensare”.
La cultura è secondo me il vero motore dell’economia, anche se bisogna partire da lontano.
Una terra priva di indipendenza culturale, come la Sardegna, non avrà mai un’economia indipendente.
Per mandare avanti un’economia, bisogna vere delle idee proprie.
Altrimenti la finisci a coltivare canne per produrre energia per gli altri.
Infatti a chi è venuta l’idea delle canne?
Ma se di simboli e di storia vogliamo parlare, penso che la nostra storia–così come i parenti–non ce li possiamo scegliere.
La nostra storia non finisce cun sa Batalla de Seddori, con la sconfitta di Arborea.
E noi siamo stati formati da tutta la nostra storia.
E allora: nessuno tocchi i 4 mori.
I mori siamo noi, decollati e incatenati.
Quello siamo e da quello dobbiamo partire.
Così anche io ho fornito la mia–inutile–opinione sulla bandiera.
Quello che vorrei dire a Franciscu, invece, è che ancora una volta non ha perso l’occasione per mostrare il suo disinteresse per la lingua.
La lingua, cosa molto più importante della bandiera di Arborea per definire l’identità dei sardi.
Ma la cultura sarda è piena di Oriette Berti e di zuzzurelloni, alcuni dei quali riescono perfino a diventare sottosegretari alla cultura.
Si discute di bandiere e anche accesamente.
Mentre si dovrebbe protestare contro questa giunta di italofoni monolingui che ha tagliato i finanziamenti sulla lingua.
La nostra prima fonte di identità.
Già, Franciscu Sedda ha problemi con il sardo, da sempre.
Ha perfino teorizzato l’italiano scarciofato di Sardegna come lingua nazionale dei sardi.
Per questo vuole cambiare bandiera.
Continui pure a farlo, ma per conto suo.
E noi passiamo a cose serie.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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