Ve li ricordate i soldi nei pouf? Quelli che Duilio Poggiolini e sua moglie nascondevano nella loro abitazione, frutto di tangenti incassate grazie a favori nei confronti di case farmaceutiche? Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere come molte tragedie italiane. Il 20 settembre del 1993 veniva arrestato il direttore generale del servizio farmaceutico nazionale dell’allora Ministero della sanità. Fu uno scandalo vergognoso perché venne inizialmente accusato di aver istruito procedure per cui venivano autorizzati aumenti di prezzo dietro versamento di compensi “una tantum” a lui e ad altre personalità del ministero. C’è anche una tangente con il suo nome la cosiddetta “tangente Poggiolini” perché ricevette 600 milioni di lire in cambio dell’obbligatorietà del vaccino Engerix B contro l’epatite B per i neonati. Vi chiederete (e me lo sono chiesto anche io): che fine ha fatto? Attualmente ha 93 anni e vive credo piuttosto bene. Essendo stato il Re Mida della Sanità non avrebbe di che lamentarsi. A casa sua vennero, è vero, sequestrati diversi miliardi in contanti, lingotti d’oro, gioielli, dipinti e anche dei rubli d’oro appartenuti allo Zar Nicola II. Dopo il suo arresto (finì dritto a Poggioreale e cominciò a confessare) venne condannato a sette anni e mezzo di reclusione, in appello la condanna si ridusse a quattro anni e quattro mesi, verdetto divenuto definitivo e scontato da Poggiolini in parte in carcere, agli arresti domiciliari e in affidamento ai servizi sociali. Non so se gode di ottima pensione ma la corte di cassazione ha sancito nell’aprile 2012 con sentenza definitiva, l’obbligo da parte di Poggiolini a risarcire 5.164.569 euro allo Stato per i reati di corruzione o concussione. Insomma: starà cercando i soldi nei pouf non trovati dalla guardia di finanza? Non lo so ma ricordo questo episodio per far comprendere quanto sia complicata la democrazia. E che c’entra direte voi? Il ministro, coinvolto in tutti questi scandali e condannato per danno erariale, in solido con Poggiolini, è Francesco De Lorenzo, eletto (a suo tempo) democraticamente dal popolo sovrano. Solo per dovere di cronaca e per riflettere sulla democrazia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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