Marella era la moglie dell’Avvocato e per chi, come me, ha vissuto da adolescente i ruggenti anni settanta era anche e forse, soprattutto, la moglie del padrone. Incarnava l’eleganza, la borghesia – diversa da quella piccola cantata da Lolli – una sorta di aristocrazia e distacco dal mondo dove tutti camminavamo. Marella aveva anche il nome “borghese”, nome se vogliamo antipatico, insieme a Cinthia, Luna, Azzurra, Michelle, contrapposte alle nostre più sanguigne Antonia, Pamela, Laura e Giacinta. Figlia di aristocratici mi ha sempre fatto pensare a quelle persone auliche, abituate a camminare in luoghi sconosciuti e vaporosi, mi dava l’idea di una che non sarebbe mai riuscita a recarsi, da sola, in una fermata della metropolitana. Il suo mondo era molto patinato, era fotografa, amava l’arte moderna e i giardini tipici italiani cose che, viste con gli occhi di un operaio, di uno studente, di un piccolo rivoluzionario, erano fortemente antipatiche, stridevano come il gessetto sulla lavagna, erano spocchiose e assolutamente lontano dalla realtà. Era, soprattutto la moglie dell’Avvocato, uomo complesso con un ego davvero esagerato e amante di molte cose, belle donne comprese. Dal matrimonio (celebrato in maniera sobria) nacquero due figli: Edoardo e Margherita che per noi, ormai catapultati negli anni ottanta, erano figli del padrone dell’Italia (andava di moda la battuta di Jannacci “quelli che lavoriamo tutti per Agnelli) ma, in ogni caso, era diventato meno padrone. Marella è stata sempre una persona sobria, come i piemontesi. E silenziosa. Si direbbe oggi donna d’altri tempi. Ha subito la perdita di un figlio (un suicidio dolorosissimo) e qualche polemica poco signorile da parte della figlia riguardo l’eredità, quasi a confermare che i soldi riportano sulla terra anche i ricchi e felici. Marella è morta all’età di 92 anni. Quando l’ho saputo ho pensato: “la moglie del padrone” ma poi ho dolcemente sorriso. In fondo certi padroni di ieri erano più dignitosi di molti capo-popolo di oggi. Marella, la moglie del padrone, conosceva e amava la bellezza. Direte: con il suo lignaggio era tutto più facile. Certo, ma non è sempre scontato.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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