Ho provato a mettermi nei panni di quelli del Family day, a comprenderne le ragioni. L’ho fatto dopo avere letto il disegno di legge Cirinnà: un provvedimento in cui lo Stato mostra un volto umano, legittimando il desidero di essere coppia di persone dello stesso sesso. Ho provato a mettermi nei panni di Giorgia Meloni e Carlo Giovanardi, ma non ci ho trovato altro se non protervia e vigliaccheria. La protervia di coloro che si sentono investiti del ruolo di moralizzatori, di delegati della Chiesa romana, e vorrebbero controllare e decidere la vostra vita, quel che fate in camera da letto, la vostra sensibilità, il vostro modo di essere attratti dal prossimo La vostra idea di amore, la vostra idea di normalità. E poi la vigliaccheria di chi si nasconde dietro la difesa dei bambini, quando le strade sono piene di bambini abbandonati dalle loro famiglie normali, abbandonati nelle loro stesse case, lasciati in balia di genitori violenti, disinteressati, assenti. Oppure figli di divorziati lasciati nelle mani di uno solo dei genitori, un padre o una madre, dai divorziati che reclamano in piazza la difesa di una famiglia normale. Gente che vuole la famiglia normale. Ed in politica dipendeva dagli umori di un signore divorziato due volte e con 41, diconsi quarantuno, signorine mantenute per far nulla in una residenza di lusso. Gente che vuole la famiglia normale e ha taciuto nel vedere signorine di dubbia moralità – la moralità di cui si sente depositaria – occupare ruoli istituzionali, oppure non ha detto una parola per i pedofili nella Chiesa. Anche se oggi dicono di voler difendere i bambini. Gli eterosessuali continueranno ad esserlo, gli omosessuali pure, che voi manifestiate o meno. L’attrazione è molto più della fisicità oltre cui non riuscite ad andare. E vorreste far credere di parlare in nome di un dio. Siete davvero due milioni. Di anni indietro.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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